Prendete un territorio bellissimo; un territorio così vasto da comprendere praticamente tutta la provincia di Napoli e buona parte di quella di Caserta. Comuni stupendi, ricchi di storia, cultura e di paesaggi che non si dimenticano.

Prendete tutto ciò e guardatelo inermi trasformarsi nella “Terra dei fuochi”; un covo illegale per lo smaltimento dei rifiuti, una zona in cui la vita diventa insopportabile per chi vi abita e per i terreni un tempo floridi. Questo è quello che i campani hanno dovuto provare negli ultimi anni.

[ Credits photo: napoli.repubblica.it ]
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L’inizio della tragedia

Si inizia a parlare di “Terra dei Fuochi” per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie curato da Legambiente. Lo stesso termine è ripreso e portato alla ribalta da Roberto Saviano, che nel libro Gomorra, lo utilizza come titolo dell’XI ed ultimo capitolo.

Un dramma che di fatto dura da più di 10 anni diventa così noto al grande pubblico. I tg e i giornali incominciano ad occuparsene, la magistratura indaga sui rapporti tra camorra e inquinamento del territorio.

Ne esce un quadro sconcertante di una zona interessata da un continuo e consistente traffico di rifiuti, su cui pesa l’eliminazione di materiali tossici tra i quali copertoni e scarti di abbigliamento che arrivano dal Nord Italia, oltre che un affare milionario che gira attorno al recupero del rame presente nei cavi elettrici.

La situazione diventa insostenibile quando lo scandalo legato ai cumuli di immondizia in Campania tra il 2007 e il 2008 fornisce l’alibi perfetto alle organizzazioni criminali per poter appiccare roghi in quegli appezzamenti, confondendoli nel caos degli incendi che si formavano ogni giorno per il mancano smaltimento dei rifiuti comuni.

Il tutto diventa più chiaro quando il pentito Carmine Schiavone dichiara alle forze dell’ordine che la Campania di fatto era stata condannata da accordi economici illegali a diventare una discarica a cielo aperto di materiali tossici tra cui piombo, scorie nucleari e materiale acido, che negli anni hanno inquinato le falde acquifere campane e le coste di mare dal basso Lazio fino ad arrivare a Castelvolturno.

[ Credits photo: napoli.repubblica.it ]
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I pericoli per la salute

Quello che all’inizio era solo un terribile sospetto è diventato un sconcertante dato di fatto; l’Istituto superiore della Sanità ha certificato infatti che sui Comuni considerati parte della “Terra dei Fuochi” grava un eccesso di mortalità rispetto al resto della Regione pari fino a circa il 10% per gli uomini e al 13% per le donne.

E l’allarme è ancora più grande per ciò che riguarda la salute dei bambini il cui tasso di ricoveri nel primo anno di età per i tumori è risultato maggiore del 51% nella provincia di Napoli e del 68% in quella di Caserta. Per anni l’aver trascurato l’impatto dell’inquinamento ambientale sulla salute porta oggi a situazioni insostenibili.

[ Credits photo: www.lucianopignataro.it ]
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Il rischio agro – alimentare

Ma il dramma non è solamente legato ai fumi tossici derivati dai roghi, ma anche a tutti quei prodotti ortofrutticoli raccolti nei terreni inquinati; il Ministero delle politiche agricole ha condotto un’indagine approfondita che ha portato allo stop di parte delle vendite, anche se momentaneamente limitate ad appena il 2 % dei territori a rischio.

I tecnici unendo tutti i dati disponibili sull’area legati alle indagini giudiziarie, alle segnalazioni dei cittadini e alle analisi chimiche del terreno, hanno formulato un censimento delle discariche mappando le segnalazioni di incendi. Al termine di questa analisi hanno individuato più di 20 km quadrati di aree sospette, nelle quali appare molto probabile che siano avvenuti versamenti di rifiuti tossici. Di questi quasi il 50% destinati alla produzione agro – alimentare.

[ Credits photo: notizie.tiscali.it ]
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E la politica?

Il Governo Renzi ha tentato di prendersi carico della situazione con una task force presieduta dal Capo del Corpo Forestale dello Stato, Cesare Patrone. Numerose le dichiarazioni in questi mesi dei Ministri Lorenzin ( Salute ), Martina ( Politiche Agricole ) e Galletti ( Ambiente ), ma sembra che la strada da percorrere sia ancora molta.

Le proteste dei cittadini intanto continuano, sentitosi abbandonati dai politici nella questione “Terra dei fuochi”. Cortei si svolgono in pratica ogni settimana per le vie di Napoli, tra gli ultimi uno dei più grandi che ha visto interessata Via Toledo in occasione della visita del Presidente della Repubblica.

Un dramma che continua da dieci anni, una situazione preoccupante per la salute, una crisi economica che rischia di essere acuita dai divieti ( dolorosi ma necessari ) legati ai terreni coltivati. Napoli e la Campania meritano un futuro più sereno.

[ Credits foto in evidenza: monitornapoletano.it ]