Puoi essere la squadra più prestigiosa del pianeta o un club in rampa di lancio con uno sceicco alle spalle, ma quando il dio Denaro chiama si è costretti a rispondere: questioni di sponsor e di merchandising, di vecchi accordi pluriennali da rispettare.

Nelle tournée estive il calcio strizza l’occhio al mondo di Zio Paperone. Di fronte ai milioni che entreranno nelle casse delle società, la preparazione atletica viene in parte trascurata. Quasi tutti i club più importanti d’Europa sembrano ormai sottostare alle abitudini che assicurano profitti economici, pur sapendo che le amichevoli, in questo periodo, non portano benefici alla squadra.
Di recente anche Van Gaal, neo allenatore del Manchester United, ha espresso tutto il suo disappunto per la tournée dei Red Devils negli Stati Uniti: “Bisogna viaggiare molto, ci sono troppi voli, i giocatori devono adeguarsi al fuso orario. Non e’ l’ideale nel corso di una preparazione, ma mi sono dovuto adattare”.

Così squadre completamente nuove, in fase di assemblaggio o con diversi giocatori reduci dai Mondiali, si ritrovano catapultate in campo con pochi allenamenti sulle gambe, per giunta pesanti a causa dei carichi di lavoro. I risultati sono spesso prestazioni sottotono con il rischio di infortuni muscolari.
In una fase della stagione in cui è fondamentale curare l’aspetto atletico e gli equilibri tattici, le tournée stravolgono i piani di lavoro dei club, che a volte vanno incontro a figuracce internazionali.
Un esempio eclatante è il Milan di Inzaghi che alla Guinness Cup negli Stati Uniti ha rimediato due sconfitte pesanti: 3-0 contro l’Olympiakos e un roboante 5-1 dal Manchester City.
Dopo il cambio di allenatore e una rosa ancora da completare, il Diavolo avrebbe avuto bisogno di lavorare sul campo, di provare e riprovare situazioni di gioco, di collaudare certi automatismi e di trovare l’assetto tattico più consono alle caratteristiche dei propri giocatori.

A cosa serve affrontare compagini come il Real Madrid, lo United, il Liverpool in questo scorcio di stagione?
Quali vantaggi porta alla Juve la tournée in Australia, Indonesia e Singapore, se non quelli di natura esclusivamente economica?

Stesso discorso vale per le squadre che hanno cambiato poco o niente. Anche se si tratta di amichevoli, i giocatori più rappresentativi si trovano a dover scendere in campo perché gli sponsor premono in questa direzione, altrimenti lo share, l’appeal e gli spettatori diminuirebbero sensibilmente.
Così allenatori come Ancelotti e Pellegrini devono incrociare le dita e sperare che campioni come Gareth Bale o Yaya Tourè non abbiano guai fisici che mettono a repentaglio l’inizio di stagione.

Il mondo del calcio ruota inesorabilmente attorno al denaro e le tournée estive sono esempi lampanti. In barba alla preparazione atletica e tecnica, lo spettacolo deve andare avanti.
Non c’è tempo per allenarsi.
‘The show must go on’.