Matrimonio e figli non sono tra le priorità, al primo posto c’è il lavoro. Cambiano gli obiettivi per le trentenni di oggi, che vedono nella realizzazione personale l’unico modo per sopravvivere alla precarietà. Di valori, di sentimenti. Tutto è troppo fragile attorno e allora meglio costruire prima il proprio futuro, per il resto ci sarà tempo.
Sono così le giovani di questo millennio secondo il Rapporto dell’Istituto Toniolo che ha fotografato le donne a ridosso dei trent’anni: dalla politica, alla famiglia, al lavoro cambiano le direttrici fondamentali che hanno caratterizzato il ruolo della donna nella società.
I numeri infatti parlano chiaro: il 63,6% delle donne italiane under 30 non si vede sposata a breve termine, anche se solo il 29,8% lo esclude del tutto, mentre il 48,5% non considera la possibilità di avere figli entro i prossimi tre anni.
La famiglia d’origine è il luogo dove ci si esprime, si scambiano idee. Lì ci si forma, si decide quale partito votare, se credere o meno in Dio. I modelli cui ispirarsi sono perlopiù i genitori, superati quindi i tempi in cui era il mondo delle istituzioni o della politica a fornire esempi. Proprio la politica sembra essere molto lontana dagli interessi personali. Grande attenzione per l’ambiente: dalla riduzione dei consumi, al cibo bio: le trentenni di oggi sono socialmente attive.
Rendersi indipendenti è fondamentale per le rappresentanti della generazione Y, le cosiddette Millennials, come le definì la rivista Ad age nel lontano 1993.
La valigia è sempre pronta se il lavoro chiama. In un’altra città o all’estero, le trentenni di oggi non hanno problemi a lasciare la propria città d’origine se la strada da percorrere ha come punto di arrivo il futuro.
Ma cos’è il futuro? Per tre donne su quattro è essenzialmente vivere il presente. Per le altre è pieno di incognite e soprattutto non è poi così duraturo, dato che non esistono più scelte che valgano per sempre.
Realiste, determinate e meno sognatrici. L’effetto della crisi è quello di aver modificato abitudini, aver sgretolato certezze e desideri. La maternità prima di tutto: quello che era il punto di arrivo di ogni donna alla soglia dei trenta ora è spostato in avanti, anche di dieci anni. Forse perché le trentenni sanno che avere un figlio in Italia, oggi, significa non poter contare su servizi e sostegni, affrontando una sfida che penalizza l’essere donna e madre.
A risentirne è la sfera personale e sentimentale che vede privilegiare rapporti meno impegnativi, perché altrimenti sono troppe le domande da porsi, con il rischio di non avere in mano risposte.
Riduttivo allora definirle scelte, perché le alternative non sono poi così tante. Iniziamo a chiamarle rinunce, forse ci si renderà conto che è un prezzo troppo alto da pagare.
Fonte [Rapporto Giovani Istituto Toniolo, 2014]
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