Secondo alcune stime l’Italia possiede un’altissima percentuale (si parla di valori dal 60% al 75%) del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e ambientale del mondo; si potrebbe parlare di un Paese che è un museo a cielo aperto. Ogni città, ma anche ogni paese, possiede castelli, ville o monumenti da mostrare e di cui andare fieri.

Tanta abbondanza di ricchezza culturale però non è solamente una fortuna ma anche un impegno costante a salvaguardare e tramandare quello stesso patrimonio alle generazioni future affinché possano conoscere come noi le loro origini. La numerosità delle opere e la scarsa organizzazione in tal senso dell’Italia fa però si che una buona parte di questo patrimonio sia lasciato a se stesso, all’incuria, rischiando così la sua integrità.

L’importanza quindi di utilizzare le risorse italiane e quelle che arrivano dall’Europa in tal senso è fondamentale; in una solo colpo si risolverebbero due problemi, la disoccupazione dei neo laureati in ambito artistico e culturale (architettura, restauro, storia dell’arte, scienze dei beni culturali) e l’incuria a cui sono lasciate le opere. Inoltre per formare dal punto di vista pratico i giovani si potrebbe sfruttare la grande risorsa delle botteghe artigiane, ancora più di 5000 in Italia, ovvero coloro che da generazioni tramandano le tecniche artistiche e del restauro.

Se da una parte quindi è fondamentale restaurare e mettere in sicurezza le opere affinché tutti possano accedervi, dall’altra è necessario imparare a gestire il “traffico” di visitatori che ogni giorno affollano i monumenti. Come già accade per visionare a Milano “Il Cenacolo” di Leonardo Da Vinci, dal 2012 anche il Colosseo prevede il numero limitato di visitatori all’interno del monumento a 6000 persone per evitare il sovraffollamento della struttura che, si deve sempre ricordare, risale all’80 d.C..

Un’altra importante svolta è stata fatta nella chiusura del traffico attorno al Colosseo che non sopportava più le vibrazioni dovute ai mezzi in circolazione. Da notare il ritardo della Capitale in questo senso dato che Milano chiuse al traffico la zona che circonda il Duomo nel 1969.

La storia ha consegnato all’Italia se stessa con il compito di salvaguardare i monumenti, le chiese, le ville, i parchi; il Paese ha la possibilità di sfruttare questo patrimonio al meglio, dando l’occasione a tutti di visitarlo, ma è suo compito conservarlo e tramandarlo nel miglior modo possibile ai posteri perché quello che l’Italia possiede rappresenta ciò che l’umanità è stata nei millenni e non ha nessun diritto di distruggerlo.

Da ricordare sempre sono le parole di Beda Il Venerabile:

“Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;
quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma;
quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo.”