Negli ultimi anni i social network hanno rivoluzionato la nostra vita. Sono passati “solo” 6 anni da quando in Italia scoppiò la moda di Facebook, che a oggi resta il social più utilizzato qui nel nostro Paese. Facebook riuscì presto nell’impresa di far eclissare Msn e i suoi blog personali correlati tanto che sembrava mangiare tutto ciò che gli fosse attorno, compresi soprattutto gli esperimenti con i social di Google.
A 6 anni di distanza le cose sono un pochino cambiate. Facebook continua nel suo dominio indiscusso ma Google non è più un mero motore di ricerca e punta molto meglio rispetto a prima sul lato social con il suo Google Plus.
E poi come non sottolineare l’importanza, per alcune fasce sociali e professionali, di Twitter. Gli utenti attivi sul social che cinguetta non sono tantissimi (circa due milioni) ma lo usano come megafono per comunicare informazioni o commentare notizie di cronaca e politica. Rispetto a Facebook, e anche un po’ a Google Plus, Twitter è un social un po’ più autoreferenziale e di nicchia in cui alcune categorie sociali scambiano le proprie opinioni a colpi di #hashtag.
Tra le categorie che fa di Twitter quasi il principale strumento di comunicazione c’è, senza dubbio, la politica. Twitter ha il suo discreto successo in Italia per la politica e i per i vip. Fino a tre anni fa sarebbe stato impensabile considerare il profilo social di un politico come la fonte principale da cui prendere le sue dichiarazioni. Il giornalista avrebbe atteso il politico di turno nei pressi del Parlamento, all’uscita dai ristoranti del centro delle principali città italiane oppure, più comodamente, aggiornando continuamente la sua posta in attesa di un comunicato stampa.
Oggi le cose sono cambiate e la politica ha capito che deve adeguarsi ai tempi scegliendo Twitter come strumento di comunicazione diretto e immediato. E avrete sicuramente notato, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, che anche i tg vanno alla rincorsa dell’ultimo tweet di Renzi o di quelli di Grillo. Nel giornalismo, soprattutto in quello di agenzia o per canali tv all news, diventa quasi una gara a chi è più lesto nel premere F5 nel momento opportuno. Anche perchè siamo nell’epoca esatta in cui spesso avviene che politica e twitter diventano una cosa sola. Ma chi sono i politici più seguiti su twitter e quanto twittano?
Il più seguito è il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Per lui ci sono quasi un milione e mezzo di followers su Twitter. D’altronde per una persona che ha fondato un movimento di cittadini partendo dal web non poteva che esserci il primato. La forza di Grillo su twitter non nasce solo per la diffusione dei suoi contenuti ma anche per la viralità dei suoi messaggi.
La foto dice tutto
O NOI o loro!
#Vinciamonoi e l’onesta tornerà di moda pic.twitter.com/RLWPKkaJa3
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 23 Maggio 2014
Quasi ogni giorno un hashtag lanciato da lui è tra i top trends di Twitter. Il più famoso, però, quel #vinciamonoi coniato per le elezioni europee gli si è ritorto contro e subito dopo la sconfitta elettorale è diventato #vinciamopoi, hashtag coniato dalla platea del Pd.
Vincono loro, ma è meraviglioso lo stesso. Intanto io mi prendo un maalox: http://t.co/CXJEk2KC8R
#vinciamopoi pic.twitter.com/SjLkfuaRHS
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 26 Maggio 2014
Ma proprio dal Pd c’è qualcuno che sta scalando le classifiche del numero dei followers al seguito e che presto insidierà la leadership di Grillo. Ovviamente stiamo parlando di Matteo Renzi che al momento ha oltre un milione e centomila followers. La crescita del suo numero di seguaci è impressionante. A fine febbraio erano meno di 900mila. Nel giro di poco più di tre mesi ha incrementato di oltre 200mila unità il numero dei followers. Se la sua “luna di miele” con gli italiani dovesse durare per almeno un altro anno ci sarà probabilmente il sorpasso nei confronti di Grillo.
Sulle riforme ci siamo, 80 euro ok, l’Irap va giù, pronti i soldi sulle scuole. Mercoledì PA. Con un pensiero affettuoso agli #amicigufi
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Aprile 2014
Per il momento, però, Renzi deve accontentarsi di un miglior engagement nei confronti di quello di Grillo. “Enche?” Vi sareste chiesti giustamente. Provo a spiegarvelo. Potremmo definire l’engagement come la portata e il coinvolgimento di un determinato messaggio diffuso sui social. (Gli esperti ci scusino per questa definizione molto basilare). Tornando al dualismo su Twitter fra Renzi e Grillo, il premier-segretario del Pd stravince sul lato engagement.
Alle 12 confestampa su questi primi #80giorni. Dieci slide con le cose fatte e i cantieri aperti. E un pensiero affettuoso agli #amicigufi
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 23 Maggio 2014
Quasi tutti i suoi tweet sono accompagnati da un hashtag che in poco tempo entra anch’esso tra i top trends del social network. Basta ricordare i suoi #matteorisponde. Dei momenti in cui Renzi dedica del tempo per rispondere a chi gli rivolge alcune domande su Twitter seguendo l’hashtag. Non mancano le volte in cui si trovano fra le Tendenze in Italia sia hashtag dei seguaci di Grillo che quelli lanciati da Renzi.
E dietro Grillo e Renzi? Alle loro spalle c’è una marea di politici che cerca di emergere e di ritagliarsi un piccolo spazio fra questi due giganti. Vendola ha 420mila followers e twitta che è una meraviglia. Dal maggio 2009 a oggi sono quasi 11800 i tweet lanciati. Ma il leader di Sel non riesce a calamitare l’attenzione come i leader di Pd e 5 Stelle. Buoni i numeri di Bersani e Letta, i due grandi sconfitti del Pd dell’ultimo anno che hanno rispettivamente circa 400mila e 340mila followers. Tra gli sconfitti dell’ultimo periodo c’è di sicuro Mario Monti, giunto a Palazzo Chigi come salvatore della patria e ora ai margini del dibattito politico italiano. Per lui circa 278mila followers ma pochi tweet.
Poi ci sono quelli che sono incollati davanti al loro pc, tablet o smartphone a twittare qualsiasi cosa e spesso a rispondere alle domande e le provocazioni dei propri followers.
Ho promesso a @giucruciani @DAVIDPARENZO @LaZanzaraR24 che se il Bari viene promosso in A perderò 20chili entro fine ottobre #iocicredo
— Michele Emiliano (@micheleemiliano) 4 Giugno 2014
Un politico che calza perfettamente questi panni è il sindaco uscente di Bari Michele Emiliano che dal gennaio 2009 ha sfoderato la bellezza di 27mila tweet, una media di 16 al giorno.
Memorabili alcuni suoi coloriti scambi di battute con alcuni followers come quello del 4 giugno con un utente che aveva ironizzato su un suo tweet contro la corruzione.
Il migliore sfogo di Michele Emiliano resta quello nei confronti di un ragazzino che su twitter aveva criticato pesantemente criticato il sindaco per non aver chiuso le scuole in una giornata caratterizzata dal maltempo.
Quasi impossibile da tradurre ma comunque tremendamente efficace!