Il dramma dell’immigrazione ha raggiunto in queste settimane numeri che non possono più essere ignorati dai Governi; mosse che probabilmente potevano essere attuate mesi fa, che adesso diventano urgenti e necessarie per cercare di andare incontro a quello che è un flusso di persone tanto incontrollato quanto destinato a continuare nel tempo. Se gli sbarchi nelle coste siciliane non sono certo una novità, ed alimentano ormai da tanto le cronache dei giornali e le polemiche tra partiti politici, il fenomeno adesso sembra interessare a livello Comunitario, avendo ormai assunto proporzioni gigantesche e mettendo a dura prova le capacità di reazione della politica. Mentre Renzi e il suo esecutivo continuano a dichiarare che garantiranno soccorso ed una sistemazione provvisoria a questa gente, invitando gli altri leader a non opporsi ad una distribuzione ragionata degli immigrati, una parte della politica italiana, la Lega in primis col Segretario Matteo Salvini, ha assunto a tutti gli effetti come cavallo di battaglia la lotta ad un’accoglienza ritenuta troppo dispendiosa e non opportuna in un periodo di crisi economica e sociale. Difficile stabilire come si dovrebbero bloccare i barconi, come si dovrebbe poter dire di no a gente che fugge dalla guerra e dalla fame, che chiede di poter sopravvivere. Difficile anche comprendere come per molti queste persone non facciano altro che togliere risorse e lavoro a cittadini italiani, ma l’onda del populismo e della rabbia incontrollata è tanto forte quanto spesso più veloce di qualsiasi sprazzo di buon senso. Social network pieni di post che ricordano come gli immigrati siano sistemati in hotel di lusso, percepiscano una paga giornaliera e tolgano occupazione a chi ne avrebbe maggior diritto; a gettare veleno si fa molto presto, a smentire notizie false poi invece la strada è molto lunga e spesso inutile. Ma d’altronde se l’odio e il razzismo attecchiscono è perchè trovano consenso, tanto consenso, e i sondaggi dimostrano che quelle forze politiche che hanno deciso di assumere una linea intransigente, sembrano non solo non perdere voti, ma anzi riuscire ad ampliare il proprio elettorato.
[Photo Credits:Matteo Salvini]Davanti a questa confusione, alle frasi piene zeppe di razzismo, emblematiche sono diventate tre immagini, agli antipodi, che rappresentano meglio di tante frasi un’occasione di riflessione unica. La prima è quella del piccolo Aylan, il bimbo siriano il cui cadavere è stato ritrovato e fotografato sulle spiagge turche mentre tentava invano di fuggire dall’orrore in cui viveva. Si è discusso a lungo sulla necessità o meno di pubblicare uno scatto tanto crudo e forte, alcuni hanno deciso di farlo e senza dubbio hanno dato una piccola scossa. Aylan infatti non rappresenta soltanto una piccola esistenza strappata dalla guerra, ma è l’umanizzazione di una tragedia, il viso a cui molti adesso pensano quando si parla di sbarchi di immigrati. Sembrerà banale, ma una semplice immagine ha dato senso a parole che prima sembravano indicare quasi un gregge, una mandria di uomini senza identità; non sono soltanto gli adulti a morire in questa tragedia, ci sono tanti bimbi, e la coscienza di chi invita a chiudere le porte a questa gente, da quel momento ha dovuto affrontare anche quel fotogramma.
[Photo Credits: omaggio ad Aylan, Khaled Yeslam]L’altra immagine è quella vergognosa di Petra Laszlo, giornalista ungherese che dà uno sgambetto ad uno dei profughi siriani in fuga dal vicino campo di Roszke, al confine tra Serbia e Ungheria. Poco importa se sulla reporter è stata aperta un’inchiesta, se è stata allontanata dall’emittente per cui lavorava; ancora meno importano le giustificazioni che ha dato, la presunta paura per la gente che le correva incontro, la reazione definita istintiva dalla stessa, resta un gesto che rappresenta al tempo stesso l’essenza del razzismo, un mix di rabbia incontrollata e mancanza totale di empatia, che porta anzichè a cercare di comprendere le ragioni della gente in fuga, a desiderare che siano bloccati e rimandati indietro. Come lei tanti altri, come lei una parte tanto considerevole quanto preoccupante di cittadini che anzichè preoccuparsi, vivono sentimenti di fastidio e di impazienza verso questa tragedia, quasi a non vedere l’ora che il problema sia mandato via, il più lontano possibile.
[Photo Credits: fotogramma video, Rana Harbi]L’ultima immagine invece è forse la più emblematica, ed è quella scelta come foto copertina di questo pezzo; una bimba offre un biscotto ad un poliziotto ungherese forse per convincerlo a fare passare a lei e ai suoi cari il confine. Gesto tanto semplice quanto immenso, di una bambina che sfugge dal dolore e che capisce l’importanza del momento tanto da decidere di rinunciare a qualcosa di tanto prezioso. Il poliziotto non riesce a non sorriderle, mentre tenta impassibile di compiere il suo dovere impedendo a tanta gente di oltrepassare la frontiera. L’immagine rappresenta la perfetta risposta alla demagogia populista e razzista che accompagna queste tristi e lunghe giornate di cronaca, più di politici che si riuniscono per decidere il da farsi, più di tante parole.
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