Stupisce, emoziona, travolge. Vasco Rossi a distanza di ventiquattro anni dal suo primo concerto negli stadi si conferma il Komandante della musica italiana.
Gli inizi
Era il 10 luglio 1990 quando Vasco calcava il palco dello Stadio San Siro, la prima volta che un cantante italiano riusciva a realizzare un concerto – evento. Fino ad allora, gli stadi erano appannaggio delle grandi star internazionali, i cantanti italiani al massimo suonavano nelle discoteche, nei locali.
Una giusta intuizione del manager di allora, un album come Fronte del palco – ancora oggi tra i più belli di Vasco- e i fan non si fecero attendere. 75 mila persone affollarono gli spalti ed il prato del San Siro, un messaggio chiaro: il rocker di Zocca era riuscito laddove nessuno degli italiani aveva ancora osato.
Nel 1995 un altro grande evento, sempre a Milano: fu la volta di Rock sotto l’assedio, dedicato alla guerra civile nella ex Jugoslavia. 120 mila persone, diventate il doppio nel 2003 fino ad arrivare ai numeri di oggi: ben 400 mila spettatori per il Live Kom 2014 che fa tappa a Roma e a Milano con un sold out annunciato da tempo.
La dimensione live è quella preferita da Vasco e dai suoi seguaci, perchè sanno che ogni volta assisteranno ad uno spettacolo diverso e unico.

La svolta rock
Intimista, energico, melodico: nei vari tour la discografia di Vasco è stata sperimentata in lungo e in largo, per dar vita ad un racconto in musica ben preciso, che si addattasse al momento storico suo personale, ma non solo.
Per il live Kom 2014, il principio ispiratore si intravede in una delle massime preferite di Vasco: “A furia di fare rock duro si diventa metallari”. A farla da padrone, questa volta è proprio il rock. Sonorità elettroniche, ai confini con il metal, hanno fatto letteralmente esplodere il suo pubblico.
Il merito, oltre che della forza di Vasco, è stato anche della band dove spiccano nuovi elementi: uno straordinario Will Hunt alla batteria “prestato” da Zakk Wylde (Black Label Society) ed Evanescence, mentre alla chitarra ritmica, Vince Pastano, proveniente dalla band di Luca Carboni e già collaboratore, tra gli altri, di Tiziano Ferro e Cesare Cremonini. Scomparso dalla formazione quindi Solieri, con il quale sembrano esserci stati dei dissapori.
Gli altri componenti della band sono quelli noti e amati da Vasco e dai suoi fan: Claudio Golinelli, “il Gallo”, al basso; Stef Burns alla chitarra; Alberto Rocchetti, “il lupo maremmano”, alle tastiere; Frank Nemola alla tromba; Andrea Innesto, “il Cucchia”, al sax e cori e, infine, “la Ferrari del Rock”, Clara Moroni, unica donna, ai cori.

Le emozioni in musica
“Benvenuti, bentornati, ben trovati”. Vasco accoglie così il suo pubblico. Sa già che, per alcuni si tratta di un “battesimo”, ma per molti altri è un appuntamento fisso, immancabile.
Due recenti singoli – Cambiamenti e Dannate nuvole– ma (ancora) nessun nuovo album da lanciare: Vasco è tra i pochi che può permettersi un tour non promozionale, con una scaletta improntata sui vecchi successi.
E infatti, ad aprire il Live Kom 2014 è un canzone del 1992, Gli Spari Sopra. Parte così il rocker di Zocca che regala ai suoi fan oltre 20 brani: si passa da Muoviti a Qui si fa la storia, e ancora La fine del millennio, Vivere, ma anche Stupendo, C’è chi dice no, Liberi Liberi .
Nonostante non sia una sorpresa, la chiusura con Albachiara è sempre tra i momenti più suggestivi dei concerti di Vasco: quando partono le prime note il pubblico già sa che quella canzone la canterà a squarciagola. È un po’ un arrivederci al Komandante, un modo come per dire “ti aspettiamo”.
C’è chi non comprende questo successo, chi dopo i suoi recenti problemi di salute pensava che si sarebbe ritirato e invece no, la carica di Vasco è ancora la stessa.
Ma perché piace ancora così tanto? Ha raccontato la storia di tante generazioni, è riuscito attraverso la sua musica a diffondere dei messaggi di rinascita dopo un dolore, di speranza, di riscatto.
Dall’amore, alla società, alla politica: nei brani di Vasco c’è la vita, senza sovrastrutture.
Ed è così che le sue canzoni sono diventate anche del suo pubblico, che le canta insieme al suo Komandante, in una sorta di empatia collettiva che, anche se solo il tempo di una canzone, unisce magicamente in una sola grande emozione.
[Fonte Photo Cover: repubblica.it]