La sensazione, più ci si avvicina all’appuntamento con le Amministrative a Roma, è quella che Virginia Raggi sia la strafavorita per la vittoria finale; sondaggi a parte, per una serie di dinamiche e di tornaconti tra Partiti, il volto della giovane candidata grillina risulta quello più “digeribile”, e a meno di sorprese sarà probabile ritrovarla quantomeno ai ballottaggi del 19 Giugno. Una strada spianata dalle lotte intestine a sinistra e dai delicati equilibri di potere a destra, che le permette di intercettare un bacino elettorale enorme, spesso a prescindere da reali affinità con un programma elettorale, il suo, che da mesi riceve critiche trasversali. Quello che però resta da vedere, e che solleva non pochi dubbi da parte degli esperti, è se una ragazza avvicinatasi alla politica da pochi anni, sia davvero adatta per gestire la complessità di Roma e non esserne divorata politicamente.

Credits: Rai/Porta a Porta
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37 anni, nata e cresciuta nella capitale, laurea in giurisprudenza e vocazione per l’ambiente, la Raggi si è imposta negli ultimi mesi nei salotti televisivi come il volto femminile del Movimento Cinque Stelle. Soprannominata ironicamente la “Boschi del M5S”, per il suo aspetto piacevole e la naturalezza con cui si approccia alle telecamere, ha trionfato alle Comunarie lo scorso Aprile sbaragliando la concorrenza dell’altro grande favorito, De Vito. La sua campagna elettorale da allora è stata contraddistinta da alti e bassi, ma basata sempre sulla forte consapevolezza di partire nei sondaggi con un vantaggio enorme nei confronti di un Pd che prova da mesi a raccogliere i cocci della lotta fratricida legata alla questione Marino.

Credits: Jpeg Fotoservizi
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E anche se a oggi il gap con gli avversari, un Giachetti in ripresa in primis, sembra notevolmente ridotto, risulta difficile immaginare una sua sconfitta ai ballottaggi, visti anche i numerosi endorsement (alcuni dei quali inaspettati), ricevuti in questi mesi. Piace al centrodestra, la sua vicinanza con lo studio legale di Previti non la rende di certo antipatica ad una parte dell’ambiente berlusconiano, e su di lei potrebbero ricadere i voti di Marchini. Così come non sorprendono più di tanto anche le recenti dichiarazioni di Salvini che vedrebbero anche la destra più radicale appoggiarla in caso di ballottaggio col candidato democratico. E non è difficile nemmeno immaginare la vicinanza di una parte dell’elettorato di Marino, deluso per la sua mancata ricandidatura, e desideroso di dare un segnale forte sul reale consenso che l’ex Sindaco continua ad avere nella Capitale. La parola d’ordine (a destra e a sinistra) sembra quella di fornire una prova di forza per impedire al Pd e a Renzi di riaffermarsi a Roma; poco importa se questo vuol dire spesso contraddirsi in termini di vicinanza col programma elettorale della candidata grillina. Insomma la frase della Taverna che non molto tempo fa denunciava nell’ironia generale, un “complotto” per fare vincere il M5S forse, rivista oggi, non è nemmeno così sbagliata. Certo che anche il solo avere dimostrato allora di temere l’impegno non ha giovato alla causa del Movimento.

Credits: Jpeg Fotoservizi
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Eppure le occasioni per tentare quantomeno di affossare la corsa inarrestabile della Raggi non sono state poche ultimamente, ma sembra sempre che la si attacchi col freno a mano tirato per evitare di favorire troppo Giachetti e i suoi, e per non destabilizzare un ambiente, quello del M5S romano, che tenta di fare quadrato attorno a lei. Tanti sono stati i suoi errori dettati dall’inesperienza, dalla frase infelice su Acea detta a “Porta a Porta”, alla gaffe su Arfio Marchini (fake del candidato di FI) sui social network, fino ad arrivare all’idea di una funivia che attraversi Roma, che le è costata una feroce satira in tv. Probabilmente se al posto suo anche soltanto uno di questi errori fosse stato commesso da un altro candidato, il grado di giustificazione sarebbe stato molto differente.

Credits: Jpeg Fotoservizi
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Fatto sta che la Raggi resta, almeno politicamente, un grande mistero; se le accuse sulla sua presunta inesperienza possono essere facilmente confutate affermando che una ventata di novità non può che far bene ad una città dilaniata dagli scandali negli ultimi anni, dall’altra è impossibile (e sarebbe anche irresponsabile) non chiedersi se il salto politico non sia troppo grande per una ragazza che ad oggi ha ricoperto solamente il ruolo di Consigliere Comunale. Insomma, bastano onestà e buoni intenti per fare di lei un buon Sindaco per Roma? Attorno a questo interrogativo si giocheranno nelle prossime settimane le speranze dei rivali di poterla insidiare nella corsa al Campidoglio.