Sale il bilancio delle vittime dell’epidemia di Ebola. E ormai si avvicina a quota mille. Il tentativo di arginare l’epidemia, dunque, ha sempre più bisogno di misure straordinarie.
Il direttore generale dell’OMS, Margareth Chan, durante la conferenza stampa a Ginevra tenutasi stamattina, ha parlato di “emergenza di salute pubblica di livello internazionale“. “Anche se è l’epidemia che ha causato più preoccupazione negli ultimi 40 anni, sono state previste misure aggiuntive di contenimento e prevenzione, e non è quindi necessario, che le compagnie interrompano i voli per i Paesi colpiti. che rischierebbe di mettere in ginocchio le economie di quei paesi“. Questo il suo commento durante la conferenza.
L’Ebola, intanto, continua a uccidere in Africa e a spaventare il resto del mondo. Gli Usa hanno innalzato il livello di allerta per rispondere all’epidemia, la Liberia ha dichiarato lo stato d’emergenza e la Nigeria si sta preparando a contenere l’epidemia. Per il presidente Barack Obama il virus è controllabile con misure di sanità pubblica standard. “Dobbiamo lasciare che la scienza ci guidi, ma, per il momento, mi sembra prematuro ricorrere all’uso di un farmaco sperimentale mai testato sulle persone“.
Questa epidemia si è diffusa più rapidamente rispetto a quelle precedenti, a causa della debolezza dei sistemi sanitari pubblici dei Paesi colpiti, ma si può lavorare meglio rafforzando gli sforzi per identificare e isolare i pazienti. Infatti, in Europa il rischio di contagio ed epidemia è estremamente basso, perché ha uno standard sanitario, anche sulla prevenzione, molto elevato. E comunque, per Tonio Borg, commissario europeo alla Salute, nell’improbabile caso che il contagio arrivi, l’Europa è pronta. Per Borg il rischio è basso, a causa del metodo in cui si diffonde, ossia attraverso il diretto contatto con i fluidi di pazienti sintomatici.
In Africa, dove infuria l’epidemia di Ebola, ci si rivolge anche all’esercito, per i posti di blocco, per cercare di contenere i contagi. In Liberia, sono oltre 1700 casi registrati dall’Oms finora. La minaccia del virus continua ad ampliarsi anche a causa dell’ignoranza, della povertà, delle pratiche religiose e culturali radicate che continuano a rafforzare la diffusione della malattia, in particolare in provincia.
I soldati hanno fermato numerose persone che cercavano di raggiungere la capitale Monrovia dalle campagne, duramente colpite dalla diffusione del virus e in cui molte famiglie nascondono i malati o abbandonano corpi in strada. Azioni simili sono state intraprese anche nelle aree orientali della Sierra Leone, in cui è stata avviata l’operazione “Octopus”, il cui obiettivo è tenere in isolamento le persone infettate.
Le condizioni del missionario spagnolo Miguel Pajares, che ha contratto il virus Ebola in Liberia, sono stabili e da stamattina è ricoverato nell’ospedale madrileno Carlo III. L’uomo, di 75 anni, non presenta emorragie, ed è in isolamento insieme ad un’altra religiosa i cui test per il momento sono negativi. Entrambi sono sottoposti, in stato di isolamento, a tutte le misure necessarie per le cure e per evitare qualsiasi rischio di contaminazione. Non ci sono invece casi in Italia, ha sottolineato durante il question time alla Camera il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Che cos’è l’Ebola? Tutto quello che c’è da sapere sulla malattia
L’Ebola è un virus di pericolosità 4, spesso fatale con un tasso di mortalità fino al 90%. La malattia colpisce gli esseri umani e i primati, come scimmie, gorilla, scimpanzé, ecc. L’origine del virus non è nota, ma i pipistrelli della frutta (Pteropodidae) sono considerati portatori del virus. Viene trasmessa tramite lo stretto contatto con il sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti.
Il soggetto contagiato può diffondere il virus per contatto diretto, attraverso ferite superficiali o mucose, con il sangue o altri fluidi corporei o secrezioni (feci, urine, saliva, sperma) di persone infette. L’infezione può verificarsi anche in caso di contatto tra le ferite o le mucose di una persona sana con oggetti contaminati dai fluidi infetti di un paziente, o anche tramite il contatto diretto con il corpo di pazienti morti.
Nel corso di un focolaio, quelli a più alto rischio di infezione sono gli operatori sanitari, i familiari o persone a stretto contatto con persone infette, soggetti a contatto diretto con i corpi dei defunti e le persone immunodeficienti.
I sintomi tipici dell’infezione sono la comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola, seguiti da vomito, diarrea, eruzione cutanea di pustole, vescicole e bolle, insufficienza renale ed epatica, e in alcuni casi, sanguinamento sia interno che esterno.
Il periodo di incubazione è da 2 a 21 giorni. I pazienti diventano contagiosi una volta che cominciano a mostrare i sintomi. Non sono contagiosi durante il periodo di incubazione. L’infezione da virus può essere confermata solo attraverso test di laboratorio.
Qual è la cura?
I pazienti gravemente malati sono spesso disidratati e hanno bisogno di liquidi per via endovenosa o orale. Attualmente non esiste un trattamento specifico per curare la malattia. Alcuni pazienti possono guarire con le cure mediche appropriate, ma la mortalità di questa malattia è molto alta. In queste ultime ore, si sta discutendo sull’uso di vaccini e farmaci sperimentali, scoperti da esperti mondiali, tra cui Peter Piot, che ha lanciato appelli per proteggere con i vaccini gli operatori sanitari, che stanno lavorando nel campo per contenere l’epidemia.