Politici, cittadini e media hanno creato la notizia della settimana: lo scandalo del funerale di Vittorio Casamonica a Roma. L’Italia intera si è scandalizzata per l’attacco alla Capitale, agli espliciti messaggi mafiosi lanciati al funerale contro lo Stato. “Vittorio Casamonica Re di Roma” e “Hai conquistato Roma e ora conquisterai il paradiso” sono state le frasi a caratteri cubitali scritte sui manifesti con le gigantografie del defunto appese alla chiesa Don Bosco nella quale Don Giancarlo Manieri ha celebrato il funerale. Il feretro è arrivato su una carrozza trainata da cavalli con il pennacchio nero e circondata da suv e limouisine sulle note della colonna sonora del film di Francis Ford Coppola “Il Padrino” ed è stata salutata alla fine della cerimonia da una pioggia di petali di rose lasciati cadere da un elicottero che ha sorvolato il cielo di Roma senza alcun permesso. Alla fine dello show, il feretro ha lasciato la chiesa in una Rolls-Royce mentre la banda musicale suonava la colonna sonora di un altro celebre film, “2001 Odissea nello Spazio”.
Insomma una messa in scena da Oscar che riporta in un colpo solo alla Sicilia degli anni Sessanta. Peccato che si tratti del 2015 e di Roma, capitale d’Italia. Questo fa pensare a quanto tragica e corrotta sia la situazione del nostro Paese oggi. Ora, il prefetto di Roma Franco Gabrielli sostiene che in merito a questa vicenda “sono stati fatti degli errori” e che tutto questo non doveva accadere ma che Roma non è connivente.
Effettivamente però cosa è peggio, che Roma sia connivente e che quindi l’elicottero sia stato fatto volare previo “pagamento” e che i vigili abbiano lasciato sfilare il feretro senza problemi, quindi che tutti abbiano lasciato correre poiché si trattava dei Casamonica oppure che davvero chi lavora a Roma sia incompetente e che quindi un elicottero abbia volato su cielo della Capitale senza che nessuno se ne accorgesse come per il resto dello show? E’ difficile scegliere quale tra le due paradossali situazioni sia la meno peggio.
Forse di tutta questa vicenda, la cosa più ridicola è che davvero ci si preoccupi dell’apparenza; ci si indigna delle frasi a ridosso della Chiesa perché ammettono a chiare lettere la verità: davvero Vittorio Casamonica è stato il Re di Roma e l’ha conquistata, altrimenti nessuno sarebbe riuscito a celebrare in questo modo il suo funerale.
La preoccupazione delle Istituzioni e della Magistratura sarebbe dovuta essere quella di arrestare Vittorio Casamonica quando ancora era in vita per i reati che presumibilmente aveva commesso, non indignarsi di fronte a un funerale che si fa beffe dello Stato. Vittorio Casamonica ha chiuso la sua vita esattamente nello stesso modo in cui l’ha vissuta, ai limiti della legalità, aiutato da personaggi dello Stato a mantenere il suo status di boss mafioso.
La Chiesa era gremita, il figlio Antonio Casamonica e due nipoti del boss malgrado i domiciliari erano presenti alla cerimonia grazie al permesso concesso dalle autorità; il sagrato era pieno di gente, donne, bambini e anziani piangevano mentre i media riprendevano la scena. Vittorio Casamonica se n’è andato sotto i riflettori dell’Italia intera che si è indignata ma non stupita di ciò che accadeva sotto i propri occhi.