L’amore che ancora non è arrivato è il suo desiderio per i 50 anni che compirà il prossimo anno.
Lei, Vladimir Luxuria, non ha alcun timore a dirlo, come d’altronde non ha mai avuto timore a raccontare la sua storia, e a battersi per i diritti civili.
Icona del movimento gay, è stata la prima parlamentare trasngender in Italia. Ma non solo: l’abbiamo vista nelle vesti di conduttrice, scrittrice e attrice. Tante dimensioni diverse in cui è emersa sempre la sua forza, la sua determinazione e quel pizzico di ironia.
Dal 9 dicembre, sarà impegnata per fare da madrina a Omovies, il Festival internazionale del cinema omosessuale, in programma a Napoli fino al 13 dicembre.
Ideato da Carlo Cremona e Marco Taglialatela, Omovies si propone attraverso il cinema di superare le discriminazioni, ponendosi come un spazio aperto dove poter prendere parte attivamente.
Noi de Il Giornale Digitale abbiamo raggiunto Vladimir Luxuria: dall’esperienza di Omovies, ai diritti civili, ecco cosa ci ha raccontato.

Vladimir Luxuria, per il settimo anno madrina di Omovies, Festival Internazionale di Cinema Omosessuale e Questioning in programma a Napoli dal 9 al 13 dicembre.
Di cosa si tratta? Cosa significa per lei essere testimonial di quest’evento?

I cortometraggi sono un condensato di emozioni perché chi fa un cortometraggio in pochi minuti deve cercare di metterci dentro un messaggio, delle emozioni, la voglia di muovere la mente e commuovere il cuore. Quindi già mi piace come genere il cortometraggio e credo riesca bene a parlare di temi come l’amore tra due persone –che poi è sempre uguale l’amore non è che dipende dalla persona che tu ami, il sentimento è quello– raccontare le nuove forme di famiglia, raccontare il fatto che oggi si parla di bambini e bambine che vengono cresciute anche da famiglie composte da genitori dello stesso sesso.
Io credo che l’arte in generale e il cortometraggio possano essere un veicolo importantissimo per far capire certe realtà che magari una persona non ha mai conosciuto in vita sua.

Per me in particolare essere stata invitata come madrina – in realtà sono al settimo anno, sto invecchiando con Omovies anche se io non invecchierò mai al massimo diventerò vintage– è per me bello.
Ho visto che è una rassegna che sta crescendo perché c’è una grande cura nella selezione dei cortometraggi, spesso si tratta di lavori che si possono vedere solo in questa rassegna. Molti vengono da fuori Italia e poi, diciamoci la verità, il periodo è felice, venire nel periodo natalizio a Napoli significa fare una passeggiata nella via dei pastori.

Cosa è cambiato in questi sette anni di Omovies?

Io noto che più passa il tempo più la maggioranza della gente diventa meno ostile nei nostri confronti, più comprensiva, per ciò che riguarda il tema dei diritti civili, più arrabbiata verso chi commette violenze contro gay, lesbiche e trans.
Noto anche che quelli che sono più violenti e ostili nei nostri confronti diventano ancora più cattivi, perché si rendono conto di perdere un po’ di seguito e diventano o più violenti fisicamente o più subdoli, più cattivi, e quindi cercano di ostacolarci in ogni modo.
L’ultima cosa che vedo davvero brutta è questo movimento tra sentinelle ed estrema destra che pensano che andare a parlare a scuola di comprensione, di lotta contro il bullismo di qualsiasi genere sia fare filosofia omosessuale, ideologia del gender.
Loro pensano che noi vogliamo trasformare i ragazzi da etero in gay, noi non vogliamo trasformarli, ma trasformare quelli che possono essere dei potenziali violenti in ragazzi che invece capiscano ed accettino il diverso da te.

Aspetto innovativo di quest’evento è il Questioning, cioè lo spazio che viene dato alle domande.
Quanto secondo lei la gente è pronta a fare domande senza pregiudizi?

Io credo che sia giusto fare delle domande, a volte non si fanno perché si teme di fare una brutta figura, la figura del retrogrado. È giusto farle invece. Una volta erano argomenti tabù, tanti sono diventati adulti senza poter fare delle domande e ottenere delle risposte. Oggi i tempi per fortuna sono cambiati: quindi sì, facciamo delle domande.
Se una persona vuole sapere se si nasce o si diventa omosessuali, se una persona vuole sapere che rapporto hanno due omosessuali, se si vuol sapere qual è l’età in cui ci si rende conto di essere gay, le facesse. È giusto farle.

È di pochi giorni fa la notizia che in Finlandia il matrimonio non avrà differenze di genere e le coppie omosessuali potranno anche candidarsi per adottare figli. Anche i Paesi della vecchia Europa stanno facendo passi avanti in tal senso.
In Italia Renzi promette le nozze gay: crede che il nostro Paese sia pronto?

Intanto vorrei far notare che ad aver approvato le nozze e le adozioni per tutti in Finlandia è stato un leader di destra che si chiama Stubb, così come in Inghilterra ad approvare le nozze gay è stato Cameron che è un conservatore.
Questo lo dico per far capire che devono essere temi che devono interessare un po’ tutti.

Noi invece abbiamo sempre avuto questa idea per cui di questi temi se ne dovesse occupare solo la sinistra, abbiamo avuto una destra molto omofoba, molto arretrata che ha sempre usato strumentalmente questi argomenti per nascondere le proprie falle, per politiche serie di aiuto per le famiglie bisognose. Della serie: hanno sempre detto di essere contro i matrimoni gay per difendere la famiglia ma nello stesso tempo non hanno fatto nulla per aiutare le famiglie in difficoltà, soprattutto quelle con tanti figli.
Un bambino ha bisogno di una medicina se sta male, di un libro per andare a scuola, ha bisogno di una ninna nanna per addormentarsi, ha bisogno di essere amato, capito, di questo ha bisogno.

In tante nazioni ci sono ragazzi che hanno 20- 25 anni e che sono stati cresciuti da coppie formate dallo stesso sesso.Sono stati fatti degli studi di psicologia di sociologia: questi bambini stanno bene, sono cresciuti bene, non hanno confusioni sessuali, sono eterosessuali.
Questa è la dimostrazione che non è vero che è dall’orientamento sessuale di un genitore che dipende come cresce un figlio, purtroppo leggiamo tutti i giorni davvero sempre di più di famiglie tradizionali dove avvengono delle cose orrende e mai nessuno di noi direbbe che è colpa del fatto che i genitori sono eterosessuali. Questa può sembrare un’assurdità, però riflettiamoci.

Credits photo solonotizie24.it
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Lei è stata vittima di aggressioni ed ha avuto la forza di denunciare e dare risalto a questi episodi. Che messaggio si sente di dare a chi non riesce a denunciare?

Intanto io dico sempre che ci subisce un’aggressione non deve diventare violento, perché a volte le persone violente sono quelle che hanno anche subito violenza. Ci sono degli studi che dicono che molti degli omofobi che puniscono e che aggrediscono sono ragazzi che sono stati picchiati anche dai genitori. Questo non lo dico per giustificare, ma il mio primo messaggio è che se tu subisci la cattiveria degli altri non devi diventare cattivo anche tu per vendicarti, ma usa la sofferenza per diventare più sensibile e per combattere l’odio. Bisogna denunciare assolutamente perché subire tutto in silenzio vuol dire darla vinta ai violenti.

Rimpiange il mondo della politica?

La politica mi manca solo per il fatto che ci sono dei temi sui qualis si possono fare interrogazioni parlamentari, proposte di legge. Certo non mi manca la dimensione economica o l’idea di essere una persona potente, di quello non mi interessa.

Passiamo alla sua carriera: l’abbiamo vista come parlamentare, scrittrice, attrice, conduttrice, ma qual è la dimensione che sente più congeniale? La rivedremo come inviata sull’Isola dei Famosi?

Questa è una notizia priva di fondamento, fa parte del gossip. È più facile che vada a Procida!
La dimensione in cui mi trovo bene è la radio: ho una trasmissione tutte le mattina dalle 9 alle 10 su Radio capital si chiama il geco e la farfalla la conduco insieme a un altro speaker Benny e ogni volta trattiamo di vari argomenti sentendo le opinioni degli ascoltatori.

Per concludere, si avvicina ai 50 anni che per una donna rappresentano un traguardo ma anche un punto di partenza. Lei cosa si aspetta a partire da questi 50 anni?

L’amore che ancora non ho. Ho sempre detto che a 50 anni avrei trovato l’amore e questo è il mio obiettivo, voglio pensare a un cartello stradale con l’indicazione vietato superare i 50 senza aver trovato l’amore.

[Credit Photo Cover: Cosima Scavolini/Lapresse]