Il 14 Febbraio la vedremo nuovamente in onda su Canale 5 per la sesta puntata di Tutti insieme all’improvviso, la fiction Mediaset che schiera la spumeggiante Lucia Ocone in prima serata per una commedia filo-romantica che la vede fare coppia con Giorgio Panariello. Ironica veterinaria nella fiction, camaleontica interprete per la TV italiana da quando strappava risate nel ‘doposcuola’ di un folto pubblico di adolescenti sul palco di Non è La Rai, ancora attrice inconsapevole della promettente carriera televisiva che le strizzava l’occhio dietro l’angolo.
L’ironia è l’asso nella manica che Lucia sfodera per finzione, ma allo stesso tempo per quel fare naturale e spontaneo con cui ci ha accolto sin da subito per lasciarsi andare ad un’intervista interrotta in più tratti dalle risate generate dall’incalzare delle sue battute.

La parodia di Anna Moroni tra i fornelli de La Prova del Cuoco è tra le sue performance più acclamate, ma Lucia veste con successo i panni ora di Loretta Goggi, ora di Dolcenera, ora di Mina, Madonna, Skin, e tanti e svariati nomi e volti della musica e della tv nazionale e internazionale che da Macao nel lontano 1998 a Quelli Che il Calcio dei giorni nostri l’hanno consacrata un punto fermo della comicità italiana al femminile.

Al fianco di Panariello ha confermato la sua versatilità recitativa, lei che nella sua carriera non ha perso l’occasione di avvicinarsi anche al cinema. Rimangono altre tre puntate alla conclusione della fiction prodotta da Picomedia che ha da subito conquistato l’affetto del pubblico ansioso di seguirne gli sviluppi puntata dopo puntata.

Di questo ma non solo abbiamo parlato con Lucia, che non ci ha privato di chicche e curiosità amarcord.

Nella fiction Tutti insieme all’improvviso interpreti una veterinaria che ha dedicato la vita al lavoro, trascurando le relazioni sentimentali, per poi riscoprire l’amore con Walter (Giorgio Panariello). Nella vita come si comporta Lucia con gli uomini e quanto investe Lucia e crede nell’amore?

Non amo parlare della mia vita privata. La sento una violenza leggerla sui giornali. E’ una parte mia intima. Tanto intima che non saprei cosa dire. Ogni relazione è diversa rispetto all’età, all’uomo che hai al fianco, al periodo della propria vita. Non ho uno standard. Dipende dalla vita che vivi, da dove vieni. Dipende da tante cose.

Nella fiction c’è stata una scena di bacio, la prima che ti sei trovata ad affrontare. È stato più imbarazzato Giorgio o tu?

Entrambi. Perché per entrambi era la prima volta. Eravamo molto goffi. Non sapendo che anche per lui fosse la prima volta io ho fatto subito outing dicendo: ‘Oddio, come si fa? te lo dico, per me è la prima volta‘ – e lui – ‘Pure per me. Vabbè, che sarà mai. Tu muovi la testa un po’ di qua, io un po’ di là‘. Al primo tentativo due legni. Lui mi ha detto che ero un po’ rigida. E io: ‘Giorgio non rompere, poi mi sciolgo‘. E infatti poi ci siamo sciolti e da allora ogni volta che ci incrociavamo nei corridoi uscivamo la lingua a distanza e iniziavamo a rotearla e farci le smorfie. È diventato un tormentone per noi il gesto della pomiciata selvaggia. E ridiamo tantissimo.

Qual è l’aspetto più bello nel lavorare con Giorgio?

La parte umana. La sua generosità come artista. Non è una ‘prima donna’, cosa che lavorando con un grande come lui potresti temere. Lui ha creato un clima sereno che è ciò che permette di improvvisare, giocare, tirar fuori la battuta in più. È stato divertente, si è fatto consigliare e ha consigliato a sua volta. Molti attori si piccano un po’ se gli suggerisci una battuta. Lui no. Si lavora in squadra. Lui in questo è stato meraviglioso.

Credits: Per gentile concessione dell'ufficio stampa Palumbo+Battaglia Comunicazione
Credits: Per gentile concessione dell’ufficio stampa Palumbo+Battaglia Comunicazione

C’è un aneddoto particolare che ti va di raccontare relativamente alle scene di ripresa con gli animali? Sarà capitata qualcosa di buffo, no?

La scelta più giusta è sana che hanno fatto è stato scegliere attori molto amanti degli animali. Sarebbe stato impossibile che uno di noi non amasse gli animali, considerato come abbiamo girato nella clinica veterinaria. Ci sono persone che provano fastidio per esempio nel toccare il pelo o mettere le mani in bocca ad un animale, noi no. Hanno trovato me e Giorgio, due canari malati. Chi arrivava primo la mattina si prendeva cura degli animali. Io la mattina arrivavo con le ceste con i croccantini per i cani. Tutto il giorno facevamo le vocine ai cani, sembravamo due cretini.

Tu, soprattutto per lavoro, non hai mai l’atteggiamento o il look da femme fatale. Prevale più il tuo lato giocherellone. Nella vita come sei?

Da donna comica accetti che la tua femminilità e sensualità vengano cancellate, perché è ovvio che devi fare ridere, quindi non puoi essere gatta, cerchi di far ridere e devi essere buffa. Nella vita privata chiaramente c’è una donna sotto quelle parrucche. Però non è il mio ruolo nemmeno nella vita. Si è donne e femminili con l’uomo che ami e che ti piace. Ma non lo faccio generalmente.

Ti piacerebbe trovarti nei panni della cattiva?

In realtà mi è già capitato. più che cattiva ero proprio stronza. Si trattava di una web serie di nome Cast Away. Io vestivo i panni di una stronza, frustrata. Una casting che trattava come uno schiavo il suo assistente. Tutto sempre nei toni della commedia. Per me che faccio sempre la buona è stato molto divertente. Un’esperienza che ripeterei volentieri proprio perché molto lontana da me.

E con chi? C’è qualche partner sul set che vorresti tanto avere?

C’è un sogno in comune con Stefano Fresi. Un amico. Ci stimiamo e vogliamo molto bene. Un attore straordinario con cui da tempo diciamo di voler fare un film insieme. Se questo sogno si realizzasse potrei impazzire. È fenomenale.

Credits: Marco De Matteo
Credits: Marco De Matteo

Chi è stato il primo a scoprire il tuo talento comico e chi o cosa ti ha aiutato poi ad affinarlo?

Tutto è nato a Non è la Rai. Mi scoprì Gianni Boncompagni. Avevo 17 anni, era la mia prima esperienza televisiva. Ero andata lì per divertimento, non perché volessi fare televisione. Vedevo queste ragazze che si divertivano e ne ho voluto fare parte. All’interno di Non è la Rai io facevo le imitazioni di Anna Marchesini, l’amore della mia vita. Sapevo tutti i suoi personaggi e i suoi spettacoli a memoria. Facevo imitazioni tra le ragazze. In un clima di incoscienza, alle due del pomeriggio, le ragazze mi hanno tirato sul palco. Erano con le lacrime agli occhi dal ridere, Gianni mi vide e mi iniziò a dare un piccolo spazio per fare cose comiche. Mi piacque, ho iniziato le scuole di recitazione e tutto è partito da lì. Un’imitazione della Marchesini per ridere tra le amiche ha determinato la mia carriera.

Negli anni vi siete poi incontrati o sentiti e magari lui ha avuto modo di complimentarsi con te per quello che sei diventata?

L’ho incontrato per caso, sì. Mi ha fatto i complimenti e mi ha detto: ‘Vedi che avevo ragione?‘. Dopodiché grande merito alla Gialappa’s Band. il mio secondo step. Ho fatto anche Macao, ma la palestra vera è stata con la Gialappa’s. Sono il meglio che ci sia nella comicità. Fanno parte di quella comicità che ti insegna tantissimo.

Che rapporto c’è tra te e Ambra Angiolini? Stessa scuola sul palco di Non è la Rai. Grande successo sia per te che per lei in TV e al Cinema. C’è mai stata competizione tra voi, anche inconsapevole e velata, oppure no?

No, assolutamente. Siamo amiche e ci vogliamo molto bene. Non ci vediamo mai per i tanti impegni, ma quando ci incrociamo o ci sentiamo è sempre una gioia. C’è un bel rapporto. Abbiamo fatto insieme un corto di Max Croci e ci siamo dette di ripetere la bella esperienza.

Credits: Marco De Matteo
Credits: Marco De Matteo

Che lavoro di preparazione si nasconde dietro i tuoi sketch? Quanta fatica ti costa il backstage delle tue esibizioni?

Molto, ma tutto concentrato. A proposito di scuole e palestre, Quelli Che Il Calcio è stata un’altra scuola che mi ha insegnato a preparare tutto in velocità. Lì devi stare sull’attualità, andando in onda tutte le domeniche per 30-35 puntate. Io e il mio autore, Ennio Meloni, iniziamo a pensare e guardarci intorno verso il martedì-mercoledì. Entro il giovedì scriviamo e va ordinata la parrucca. Poi non facciamo nemmeno prove. Il sabato pomeriggio si provano solo le inquadrature e le camere. Si prova a fare il meglio, ma se qualcosa andasse male non sarà una tragedia. Non sarà mica l’ultima cosa che faremo che ha fatto schifo (ride, ndr.). Negli anni alleni anche la capacità di capire su cosa puntare. Se puntare tutto sulla voce – come con Anna Moroni – o sulla fisicità, o il testo. È sempre un lavoro di squadra. Di mio c’è l’interpretazione, ma poi c’è il testo e anche il trucco, che è importantissimo.

Tra le tue parodie qual è quella a cui sei più affezionata e quale invece quella provata tante volte, ma che non ti riesce proprio?

È capitato di buttarmi su cose che poi non mi sono riuscite. Ci sono dei personaggi per i quali ancora rido con il mio autore per quanto facevano schifo. Ridiamo pensando: ‘Ma quanto era brutta!‘. Ci sta. Sarebbe presuntuoso pensare di fare sempre cose pazzesche.

Lucia Ocone versus Virginia Raffaele. Entrambe talentuose ma molto diverse. Lei – in questi giorni sul palco dell’Ariston – ha avuto un’esperienza anche a Striscia La Notizia, in realtà non andata benissimo. Tu ti vedresti come co-conduttrice di un TG satirico come Striscia?

A proposito di buttarsi (ride, ndr.) Sì, dovrei provare. Io sono una molto insicura in realtà. Lo sa il mio autore per tutte le pippe che mi faccio quando c’è da provare qualcosa di nuovo. Figuriamoci una cosa del genere. Però sì, mi butterei. Non so cosa combinerei, ma ci proverei.

Grazie a Lucia Ocone da Il Giornale Digitale.