Hanno dai 20 ai 28 anni e nel 2014 sono le donne del quarto femminismo.
A riguardo l’etica generale prevede un atteggiamento restio e discostante verso i femminismi, figuriamoci verso quelli nuovi. Comunemente si ritiene che tali movimenti siano la copia, anche eccessiva, di quelli passati. Ma per noi, nel ventunesimo secolo, non è così.
Dunque non siamo le suffraggette del primo movimento di emancipazione femminile del lontano 1792 che rivendicavano i propri diritti partendo da quello di voto, né quelle del secondo movimento che, invece, risale agli anni ’70-’80 in cui le donne quasi dichiaravano guerra agli uomini pur di far valere le proprie differenze sessuali, ma, del resto, siamo ben lontane anche dalle rivoluzioni estreme targate Pussy Riot degli anni ’90, dallo sfondo punk ed eccessivamente nudo. Le donne del ventunesimo secolo, infatti, hanno dato vita al quarto femminismo, quello fatto di: lavoro, cultura e romanticismo; meglio indossando scarpe da tennis per affrontare la vita con più comodità. Perché non si acclama la differenza tra i sessi, anzi, in questa lotta a gran voce ci trasciniamo dietro anche i nostri uomini.
Avere un’età in cui non si è più le fanciulle di papà e, perché no, si ha anche un fidanzato precario da mantenere, significa oggi darsi priorità differenti.
Sembrerebbe che l’imputazione maggiore sia quella dei valori persi. Controbatto con un’infinità di valori ritrovati: oggi si legge di più, si inseguono grandi sogni il cui prezzo da pagare è alto e – quasi sempre – senza retribuzione alcuna, abbiamo riscoperto l’arte e la creatività, sappiamo che chi fa da sé fa per tre e abitiamo piccoli monolocali di città non nostre, ma scendiamo ugualmente in piazza per difenderle (e per difenderci). Come è avvenuto per il One Billion Rising Movement (promosso da Eve Ensler) del 14 febbraio di quest’anno che ha visto tante donne riempire Piazza di Spagna, a Roma, e danzare contro la violenza, diffondendo il flash mob anche sul web.

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Patrizia Bonanzinga
Siamo digital, influencer e femministe, orgogliose di esserlo.
Sfruttiamo i nostri blog per schierarci contro ogni movimento sessista. Anche se non riguarda il nostro di sesso. E di questo non ne facciamo una scusa per far valere i nostri diritti. Quelli li conosciamo bene e ce li prendiamo da sole. Siamo connesse 24h su 24h. Multitasking. Romantiche. Anche tra di noi, infatti l’essere femministe oggi ha un non so che di sexy e non suona affatto male. Senza contare che la bellezza regna sovrana tra la popolazione femminile del secolo e, allora, non la temiamo. Talvolta siamo diventate belle, perché ce lo meritiamo. E una famiglia, in realtà, la desideriamo ancora, ma prima sappiamo di dover trovare il nostro posto nella società.
Quello del quarto femminismo è un concetto che rubiamo alla scrittrice e giornalista Kira Cochrane che sul quotidiano britannico Gurdian ha aperto nuove vedute alla parte debole dell’universo, ma sempre in lotta. Quella che, oggi, ha deposto le armi e si è schierata tutta in un unico verso: quello della reciprocità.
[Font: Blogspot]