È stata la rivelazione della terza edizione di «Pechino Express», il reality più anticonformista della tv italiana, a cui ha partecipato nella coppia delle “cattive”, assieme all’amica Antonella Ventura. Ma la «cattiveria» che nel gioco contraddistingueva Alessandra Angeli, per tutti Angelina, è piuttosto una sincerità verace che non passa inosservata. Basta dare uno sguardo alle sue pagine social dove non si tira mai indietro su nulla, o almeno su quello di cui sente il bisogno di riflettere: dalla politica al costume alla tv, Angelina è sempre pronta a dire la sua. Non ha peli sulla lingua e non teme di dire ciò che pensa, come lo pensa, e, forse, è proprio questa sua schiettezza che rifugge da ogni forma di finto buonismo, ad aver conquistato prima il pubblico televisivo e poi i migliaia di follower che la seguono tra Facebook e Twitter. Guai a darle della “influencer”, però. Lei la sua professione, quella di make up designer, con un portfolio di tutto rispetto, se l’è sudata con anni di gavetta alle spalle. In tv invece si definisce un “outsider” con tanta strada da fare ancora. Ma intanto la vedremo ogni mercoledì sera nel ruolo inedito (almeno per lei) di co-conduttrice e V-Reporter della quarta edizione di The Voice of Italy. Il suo compito sarà svelare curiosità e retroscena del backstage del talent show di Rai due e interagire con il mondo dei social network, con una chiave di lettura più pungente. Accanto a lei Federico Russo, unico punto fermo di un’edizione partita quasi da zero: tre nuovi coach – Max Pezzali, Emis Killa e Dolcenera – e il ritorno della “signora” della Tv italiana: Raffaella Carrà. Ed è proprio partendo da The Voice che inizia la nostra intervista. Una chiacchierata in cui Angelina prende decisamente le distanze da quell’etichetta da «cattiva» che i media continuano ad affibbiarle e si svela per quella che è: una persona vera, che ti conquista col suo carisma e la sua ironia sagace, che però non tutti riescono a comprendere fino in fondo. Angelina è spiritosa, effervescente, un fiume in piena. E a parlare con lei ci si ride di gusto. È quello che c’è nel mondo là fuori a renderla a tratti spietata. Quando parla di uguaglianza, di diritti non riconosciuti, della cattiveria gratuita e dell’ignoranza che spesso regna su internet. Leggere per credere.

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Pubblicato da The Voice of Italy su Mercoledì 24 febbraio 2016

Torni su Rai 2 dove tutto è iniziato. Come la stai vivendo questa nuova, e per te inedita, esperienza come V-Reporter di The Voice?

Sono ebbra di felicità, soprattutto dopo aver visto i risultati di ascolto della prima puntata, perché è stato il miglior debutto di The Voice of Italy in quattro edizioni, abbiamo sfiorato il 15% di share, non è male. Io sono un outsider in televisione, ho partecipato a Pechino Express, che è un reality game, ma “fare la televisione” è tutta un’altra cosa. Non conosco tutta la liturgia televisiva che c’è dietro un programma, ma questa esperienza mi sta dando la possibilità di imparare il modo in cui farla. Sono davvero molto contenta di ricoprire questo ruolo. Ho cominciato a muovermi all’interno di uno studio televisivo e sto iniziando a capire come funziona, ho fatto già dei lanci molto divertenti e con degli outfit stralunatissimi, perchè sono stanca di vedere in televisione gente vestita sempre allo stesso modo. Una noia.

A Pechino Express hai fatto della “cattiveria” uno stile di vita. Al di là dell’etichetta tv, come vedremo in azione a The Voice questo lato forte della tua personalità? Gli autori ti hanno dato carta bianca o invece avrai dei limiti da rispettare?

Gli autori, e soprattutto i produttori, mi hanno lasciato carta bianca perché hanno imparato a conoscermi, sono delle persone intelligenti e molto progressiste che non mi hanno fatto alcun tipo di raccomandazione. Sanno benissimo che al di là del mio carattere molto diretto, sono una persona conscia di dove si trova, e che sa comportarsi come tutte le persone sane di mente. Non sono una sociopatica nè una matta, so di essere su Rai due, in prima serata, poi io sto molto sul web che mi fa sentire a mio agio perchè posso essere più me stessa. Che poi voglio dire questo cliché della cattiva ha rotto le balle; la squadra delle cattive era finalizzata alla narrativa del gioco, però io nella vita non sono così cattiva. Nel senso che vivo e lascio vivere. Ma mi mettono ansia quelle persone che non prendono mai una posizione, anche se scomoda. Non si può essere sempre invisibili, perché capisco che viviamo in una società dove ci sono dei rapporti da mantenere, però fino a un certo punto. Per me è fondamentale, anche per la mia storia personale. Io sono stata fortunata ad avere una famiglia che mi ha supportato, e anche se sono cresciuta in una città fascista, piena di pregiudizi, anche per il mio carattere non ho mai avuto grossi problemi e mi sono sempre fatta valere: per questo non riesco a non essere me stessa ed è assurdo che ci siano persone che vivano nel terrore di esprimere quello che sono. Basta.

https://www.youtube.com/watch?v=9LpcXrj_lhQ

Torniamo un attimo a The Voice. A proposito dei tuoi compagni di avventura. Ti dico il nome di uno dei giudici e tu mi dici il primo pensiero che ti viene in mente. Iniziamo da Raffaella Carrà…

Sovrannaturale.

…Max Pezzali ed Emis Killa.

Max Pezzali è un uomo “zen”. Non nel senso di essere buono, ma in quello di essere risolto, in pace con sé stesso; Emis Killa è genuino, non è uno che finge di essere ciò che non è.

E infine, Dolcenera.

Dolcenera è incredibile!

E di Federico Russo, invece, che idea ti sei fatta?

Adorabile. È un compagno di avventura davvero piacevole, una persona a cui piace ridere, che capisce l’ironia, qualità che fa parte del suo DNA toscano. È stato davvero molto carino, disponibile e generoso con me, che ero nuova.

Durante la conferenza stampa, tra le altre cose, hai detto “Il fatto di essere stata relegata sul web è un vantaggio, almeno le mie intemperanze caratteriali passeranno sottotraccia!”. Eppure in rete nulla passa inosservato, soprattutto l’ironia come la tua. E infatti i tuoi tweet sono tra i più popolari della rete.

Però non datemi della influencer che vi denuncio! Perché proprio non li capisco questi nuovi lavori di gente che non fa un ca**o, e gli chiedono “Ma cosa fai nella via?” e ti rispondono: “influencer”. Ma che vuol dire?! Capisco che si possa anche essere influencer al giorno d’oggi, ma io sono un po’ all’antica su queste cose, sono cresciuta con mio padre che mi diceva “Devi fare la gavetta, te le devi sudare le cose”, però vedo gente trattata come se fossero dei geni, poi magari vai a leggere quello che scrivono e ti cadono le braccia.

Non sarai influencer ma quello che scrivi tu fa parlare ugualmente, come te lo spieghi questo successo?

Vivo la cosa con talmente tanto distacco che la mia vita non è cambiata di una virgola. E giustamente, perché non è che io sia diventata una Milly Carlucci, che guadagna tipo 100mila euro a puntata, così per dire. Mi fa piacere però vedere chi mi ferma per strada e come lo fanno, con gentilezza, entusiasmo dicendomi che li faccio ridere. Piaccio alle signore anziane, ai bambini di undici anni e a tutti i rappresentanti della LGBT. E mi ha stupito che soprattutto i bambini abbiano capito e coltivino già da così giovani la comedy di una “vecchia disincantata” come me.

Credits: The Voice of Italy / Rai
Credits: The Voice of Italy / Rai

Prima dicevi di sentirti un outsider. Ma dopo The Voice, nel tuo futuro professionale ci potrebbe essere ancora spazio per la tv?

Continuerò a fare il mio lavoro perché è la mia passione, certo siccome non potrò andare in giro col trolley a truccare fino a quando avrò 60 anni, la televisione mi sembra un bel piano B. Io sono una grande fruitrice di Tv, mi piace farla, sto imparando a farla e questa è una grande opportunità che mi è stata data.

Della Televisione italiana che pensi? Cosa ti piace guardare?

Mi piacciono quasi tutti i programmi legati alla cronaca nera, non quelli dove ci sono signore con delle messe in pieghe improbabili e degli orecchini ancora peggio che fanno delle facce, quelli seri tipo Chi l’ha visto, Storie maledette, Franca Leosini io l’adoro, voglio chiederle di fare l’esame del DNA perché sono convinta che è mia madre, voglio costringerla a riconoscermi come figlia. Poi, vabeh sarò di parte, ma Pechino Express è un programma che mi piace tanto. E poi guardo un sacco di serie tv, sono una binge watcher di prim’ordine, ho Netflix, Sky, streaming vari, e ci sono dei momenti che in cui preferisco le serie tv alla mia vita sociale.

Se fossi la protagonista di una serie tv, a quale cattiva assomiglierebbe di più Angelina? Più a Cersei Lannister di Game of Thrones o più a Donna Francisca de Il Segreto?

Donna Francisca de Il Segreto è divina, è una vecchia str***a vera, fa molto ridere, è di una cattiveria gratuita totale che vive per fare del male. Ora che sono diventata platino però mi riconosco di più nella Khaleesi di Game of Thrones, Daenerys Targaryen, perché lei non è fondamentalmente una cattiva ma è una a cui se rompi i coglioni lo diventa. Però lei ha i draghi che io non ho e vorrei avere. Sto cercando delle uova di drago da covare, ma niente.

Ormai si parla e si sparla della Tv soprattutto su Twitter e Facebook. Ma non è che questi social network stanno svuotando la critica di contenuti seri o per dirla con le parole di Umberto Eco, “hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli promuovendoli a portatori di verità”?

Forse ci sono dentro anche io qualche volta in quella legione di imbecilli. Comunque sì comincio a pensare che il concetto di democrazia sia sbagliato. Vedo troppa gente in balia di populismi, che non ragiona più con la propria testa, e questa cosa un po’ mi spaventa.

C’è da fidarsi di più di chi parla troppo o di chi sta zitto?

Secondo me c’è da diffidare da chi commenta tutto e pensa di avere un’opinione su ogni cosa. Io non ho opinioni su tutto, sinceramente. Ci sono delle cose su cui mi interrogo e magari cerco il confronto con gli amici, anche per uscirne arricchita. Però diffido da chi ha opinioni su tutto, diffido da chi su Twitter e ti fa body shaming, perché è annoiato, non sa cos’altro fare, e ti dice che sei un cesso o sei grassa. In questo assolutamente ha ragione Eco. Un conto è l’ironia, un altro la critica gratuita. L’altra sera sono stata attaccata dai fan di Gigi D’Alessio solo per avergli fatto una domanda ironica a proposito del fatto che stanno morendo un sacco di cantanti. Mi hanno accusato di averlo istigato al suicidio. Ma dove. Io spesso uso il paradosso come un’egida per tenere lontane le cose che mi fanno paura e sono dissacrante anche perché voglio far riflettere. Ma posso star lì a spiegare ogni volta questa cosa? Anche perché una persona intelligente che mi segue dovrebbe capire cosa c’è dietro. Poi per carità io ho anche un’ironia e un modo di esprimere i sentimenti contorto, me ne rendo conto. Sono un essere umano complesso, e sono molto pudica nel modo in cui esprimo ciò che provo. Hai presente Tim Burton? Lui parla di sentimenti trasponendoli in una maniera gotica, dark, ecco a me piacciono i sentimenti declinati in un modo un po’ diverso. Anche quando sono stata innamorata, non sono mai stata il tipo da vezzeggiativi affettuosi, ma anche ridendo e scherzando, te lo faccio capire che ti voglio bene. Mi fa orrore il discount del sentimento. Quando voglio fare un omaggio a una persona non dico mai cose ovvie e scontate.

Angelina vs Gigi

Ok, Gigi D'Alessio ha superato egregiamente la #BlindAudition…Ma riuscirà a sopravvivere all'intervista della nostra Angelina?#TVOI Emis Killa #RaffaellaCarrà Max Pezzali Dolcenera

Pubblicato da The Voice of Italy su Mercoledì 24 febbraio 2016

A proposito di omaggio, ricordando David Bowie hai scritto: “la sua esistenza, lontana da ogni forma di omologazione, per me ha sempre rappresentato la prova che “diverso” è ricchezza”. Scegliere di essere sé stessi con le nostre particolarità anziché apparire per come gli altri ci vorrebbero, quanto è difficile nella società in cui viviamo oggi?

Difficilissimo. Oggi tutto è votato all’omologazione e al volere quello che hanno gli altri. Forse una delle ultime generazioni che è cresciuta facendo ricerca, non desiderando quello che avevano gli altri, ma di essere particolari, è la mia o quella subito dopo. Dopo di che con l’avvento di Internet, la globalizzazione, ci ha un po’ fottuti.

In una recente intervista a «Repubblica» Raffaella Carrà si è apertamente schierata a favore delle unioni civili, stepchild adoption inclusa, raccontando della propria infanzia vissuta esclusivamente con la madre e la nonna. Volevo sapere la tua, anche alla luce dell’accordo sul ddl Cirinnà, che però lascia fuori le adozioni.

È uno schifo. Penso sia vergognoso che nel 2016, dopo anni che se ne parla, si debba arrivare ancora a questi compromessi che non servono a nulla se non ad accontentare la Chiesa cattolica. Che poi questa cosa non toglie nulla a nessuno, ed è una cosa che deve essere fatta, per delle persone, che sono cittadini e sono contribuenti, e che meritano di godere degli stessi diritti degli altri. Non mi si venga a dire, se non togliamo la pensione di reversibilità ai gay a chi la togliamo. Ma i gay pagano le tesse come tutte gli altri. Perché loro no e gli altri si, sono cittadini di serie B? Perché una persona single o una coppia di fatto, etero o gay, non possono avere la possibilità di adottare? Chiaramente devono esserci dei requisiti che vanno approfonditi, ma perché non si può dare l’opportunità a un bambino, ad una persona che esiste, ad un essere già formato, di avere degli affetti, un’educazione, una casa. Perché devono vivere negli orfanotrofi fino a 18 anni, dove in qualche caso sono anche abusati fisicamente e psicologicamente? Io sono assolutamente pro-adozione.