Maria, la sanguinaria. Barbara, l’eccentrica. A dirla così sembrerebbero due protagoniste di un romanzo storico del ‘500. Una nelle vesti della paladina di giustizia, algida e androgina nella sua lucente armatura, impegnata ad indurire la vera indole dietro la corazza che la cela, e l’altra la donna di corte, che tra ammiccamenti, eccessi, pizzi e corpetti accende i cuori dei presenti, mettendosi in mostra con una risata fragorosa a rimbombare tra le mura di palazzo.
Le due figure femminili iconiche nel palinsesto Mediaset sono delle regine di cuori che non ammettono di essere detroneggiate. Una proprio del ‘trono’ ne ha fatto un pilastro della fascia pomeridiana di Canale 5 dal 1996, da quando il suo Uomini e Donne ha sfornato portatori sani di pettorali e furbe ammaliatrici praticanti a livello agonistico di “accavallamento di gamba”.
Lei, Maria De Filippi, non va in scena se non è certa di portarsi a casa il 20% di share nel serale di Canale 5. C’è Posta per Te è il suo cavallo di battaglia ed Amici la ciliegia sulla torta. Palato televisivo poco esigente e lacrima facile per gli spettatori del primo, che tra innamorati ritrovati dopo anni di intrecci amorosi controversi, famiglie ricostruite, abbandoni recuperati e tradimenti perdonati intrattiene con uno spettacolo poco elaborato, due ospitate strategiche e il solco segnato dalla camminata tacco 12 di Maria che con il suo andirivieni da una sponda all’altra dello studio – rigorosamente fasciata in un tubino nero – ipnotizza lo spettatore e lo ingabbia nella busta. Ma questa guai ad aprirla.

L’altro, Amici, negli anni ha assunto sempre più i connotati dello spettacolo artistico hollywoodiano. Scenografie impegnative e ipercolorate, coreografie travolgenti, una carrellata di ospiti popolari, amati e idolatrati, litigate strategiche, pseudo-flirt amorosi sospettati per costruire la storia dentro al talent: semplicemente spettacolo, spettacolo e racconto, e poi ancora spettacolo. E questo spettacolo piace. Poi arriva Roberto Saviano, non voluto, criticato dalla rete – fuori contesto come il pepe in un soufflé al cioccolato – ma magistralmente inserito da Maria nella scaletta dello show per portare la letteratura nelle case dei teenager attraverso la seducente dialettica dello scrittore campano. Con Dostoevskij lo share si impenna (23%, 4.7 milioni di spettatori per la 5^ puntata del serale di Amici 14) e la macchina da guerra del caterpillar di nome Maria torna a casa vittoriosa, lasciando di stucco Antonella Clerici e gli altri concorrenti di casa RAI, sempre in corsa ma a malapena per un bronzo.
Maria è una stratega. Appare in TV quando necessario e lo fa in silenzio. Le si rivolge chiedendo il permesso di poter parlare: “Scusa Maria, posso?“. Di lei e della sua vita privata non trapela nulla. Non vuole essere una protagonista delle scene o peggio ancora del gossip, bensì solo degli ascolti. Anche in studio la si trova difficilmente al centro della scena. Siede sempre sui gradini, un po’ da ‘maschiaccio’, un po’ da chi non vuole sedere più in alto del pubblico che la segue. Conduce con freddezza. Il calore lo lascia alle emozioni che racconta nei suoi show, che siano di ragazzi pieni di sogni o che siano di protagonisti del quotidiano che affidano i propri sentimenti all’ascolto di Maria. I meriti Maria fa fatica a prenderseli e con apparente superbia mostra di non curarsene. Lascia che le vengano riconosciuti silenziosamente.

E Barbara? La D’Urso non sta indietro e con Maria va a braccetto, almeno per indici di ascolto. Il pomeriggio di canale 5 si colora di D’Urso e con le “D’Ursointerviste” si accende di folklore e di grottesco, proponendo una TV popolare, al limite del trash se Barbara dimentica di pigiare sul freno. Come lo scorso venerdì 8 Maggio (22,45% di share) quando in fascia pomeridiana la D’Urso manda in onda l’intervista doppia ai parenti di Stefania Amalfi, vittima di un caso di cronaca nera, e al presunto omicida, il marito Alessandro, il quale sostiene la tesi del suicidio della moglie. Surreale? No, la ‘dursite’ ha reso reale l’inverosimile portando in scena uno scempio televisivo. Insulti, botta e risposta spiccioli e intrisi di dettagli spiacevoli lesivi della dignità di una persona scomparsa. Giornalismo? Televisione? No, spazzatura. E purtroppo di trash Barbara D’Urso ne propone di diverse sfumature, forse più di cinquanta. Poi giunge la frase “Non entriamo in dettagli che in questa fascia oraria non sono adatti“, quasi a bacchettare i discoli intervistati e scagionare la conduttrice, non rea delle impudenze degli ospiti. Ma a cosa giova? Il danno è fatto e il pomeriggio di Canale 5 si macchia irrimediabilmente di speculazione.
Inesauribile il numero di episodi che porta la D’Urso ad essere tacciata di “cattiva televisione”, dai servizi falsi, alle dichiarazioni ottenute a tavolino sotto la falsa luce del marchio “Esclusivo” che contraddistingue gli speciali di Pomeriggio 5, all’arena tra vip, pseudo-vip e opinionisti che sulle poltrone dello studio 5 hanno offerto uno spettacolo talvolta ai limiti del circense.

Che poi Barbara sa fare di meglio. Camaleontica, verace, coinvolgente nella sua meridionalità che entra nelle case a forza di sorrisi, Barbara non avrebbe bisogno di mezzucci per fare audience. Ma tant’è.
Lei, Barbara, in disparte non ci sa stare. Deve arrivare a tutti, “vera” – o pseudo-tale – coinvolgente, folkloristica, solare e vezzosa sui suoi tacchi audaci e gli abiti strizza-seni che ne mettono in risalto la procace femminilità. Lei deve catapultare lo spettatore dentro lo spettacolo, conducendolo nel mondo della TV volente o nolente, sia che ci sia qualcosa da spettacolarizzare sia che non ci sia.
Le due icone femminili della conduzione Mediaset incarnano gli opposti che si attraggono per fondersi in un unico prodotto: la TV che fa ascolti. Con loro è il racconto che diventa show. Questo è il fil rouge dei prodotti di Barbara, così come di Maria. La campana e la lombarda. Il Sud che fa a gara con il Nord per provare “chi lo fa meglio”. Cambia la firma e con essa lo stile, ma il risultato è simile: il popolo guarda il piccolo schermo, sceglie la “real-Tv”, si affeziona all’eroina bionda o la bruna, e porta ori al carrozzone di casa Mediaset. È un braccio di ferro tra titani quello tra Maria e Barbara. E poco male se poi c’è chi si lamenta che in TV passa sempre la stessa roba e spesso è spazzatura. Quando è in scena lo spettacolo popolare sotto sotto alziamo tutti il volume.