Da sempre ciò che caratterizza e attrae della danza classica è il suo essere un’arte, non semplicemente un’attività fisica. Lo sforzo e l’impegno che delineano i ballerini di questa disciplina sono noti ma essi sono sempre stati finalizzati non ad un semplice estetismo delle contorsioni del corpo bensì ad un modello a cui arrivare per esprimere al meglio sentimenti, emozioni e stati d’animo. Muscoli delineati e capacità di elevazione negli uomini sono necessari a dare quell’energia e potenza che caratterizza il ballerino; la donna, immagine iconica della ballerina sulle punte, rappresenta la leggerezza e l’elevazione spirituale che si sta esprimendo.

Benché il balletto per come noi lo conosciamo nasca nel Settecento con il Re Sole (anche se già precedentemente esistevano “scuole di ballo”), questa sua capacità di raccontare storie e sentimenti arriva solo con l’Ottocento e il Romanticismo, età dell’oro del balletto. Sarà con la fine dell’Ottocento che si svilupperà il cosiddetto “balletto classico” periodo che ha visto nascere le grandi opere che tutt’ora riempiono i teatri, da Giselle a Il lago dei Cigni passando per La Bella Addormentata nel Bosco. Dal quel momento e per tutto il Novecento, con la nascita di nuove discipline come la danza contemporanea e neoclassica, si vedono messi al centro delle rappresentazioni il sentimento e le emozioni, il fulcro della danza.

Ad oggi la danza ha tantissimi sottogeneri con stili e movimenti diversi che danno ai coreografi possibilità infinite. Per quel che riguarda specificatamente la danza classica invece, nel corso del Novecento si sono viste grandi stelle fare la storia della danza, in Italia con ad esempio Carla Fracci e Alessandra Ferri, ma anche e soprattutto all’estero con gli indiscussi Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. Il grande talento di questi ballerini però stava nella loro capacità di mostrare l’anima mentre ballavano; certo era fondamentale una tecnica impeccabile ma non si trattava mai del mero estetismo del corpo.

Ciò non si può dire oggi che, soprattutto nella danza classica, si vede l’esagerazione e l’eccesso nei ballerini; molte accademie famose peccano nel ricercare tra gli aspiranti ballerini più le contorsioni del corpo che la capacità di esprimersi. Avere un fisico adatto e una tecnica eccezionale è certamente d’obbligo per un ballerino ma non è l’unica cosa che serve, altrimenti la danza sarebbe semplicemente una ginnastica. Andare a teatro a vedere un balletto dovrebbe ancora significare piangere, ridere, gioire, emozionarsi, non solamente rimanere stupefatti di fronte al collo del piede o alle gambe oltre i 180° della ballerina.

[Cover Credits: Svetlana Zakharova]