Cucina e tv, un binomio ormai imprescindibile, un successo in costante crescita che sembra non volersi fermare. Canali tematici, talent, reality, rubriche; il cibo ha conquistato il piccolo schermo e non lo molla. Se da un lato questo ha rappresentato senza dubbio l’occasione per una maggiore attenzione e consapevolezza verso l’alimentazione e tutti gli aspetti ad essa collegati, dall’altro non sono poche le critiche che si concentrano sull’eccessivo utilizzo di determinati format. Come normale infatti con l’aumentare dell’esposizione dei programmi di cucina nei palinsesti televisivi, a risentirne spesso sono la qualità e la valorizzazione dei prodotti. Piccola oasi felice resta il Gambero Rosso Channel, canale tematico della piattaforma Sky. A pochi giorni dal debutto del suo nuovo programma (in prima serata il 12 Novembre) Il Giornale Digitale ha incontrato Eleonora Baldwin.

Nata a Bennington, nello stato del Vermont, Eleonora parla perfettamente italiano e inglese. Cresciuta in una famiglia di cineasti (il nonno era il grande Vittorio De Sica), intraprende la carriera di art director con successo per poi decidere di dedicarsi ad una delle sue grandi passioni, il cinema. Da sempre grande appassionata di cultura e arte, ama viaggiare e i suoi tanti spostamenti diventano presto il piacevole pretesto per coltivare il grande amore per il cibo e per il vino. Proprio questo aspetto la convince a rivoluzionare la sua vita lavorativa, portandola a diventare prima un’apprezzata foodblogger e adesso a tentare la strada come conduttrice televisiva. In attesa di leggere una biografia che racconti questa piccola – grande avventura, ci confida la strada che ha percorso per arrivare fin qua.

Photo Credits: Andrea Di Lorenzo
Photo Credits: Andrea Di Lorenzo

Come inizia la tua carriera da foodblogger?

Ho iniziato questa avventura un po’ per caso. Lavoravo nel cinema, facevo tutt’altro. L’occasione è arrivata quando decisi di prendere un anno sabbatico, iniziai a sfogliare i diari di famiglia, a studiarli per vedere un po’ le vecchie ricette; iniziai a raccogliere spunti e riflessioni, lavorando non soltanto sulla cucina ma soprattutto sui ricordi ad essa legata. Un piatto riusciva a farmi rivivere determinati momenti, era un pretesto per far riaffiorare esperienze vissute; questa idea mi piaceva molto e volevo condividerla con qualcun altro. All’inizio questo accadeva in modo quasi fortuito; magari su Twitter segnalavo a mio fratello una vecchia ricetta scovata in un libro, lui la condivideva e così via. Il tam tam di interazioni sui social mi dimostrava che ci poteva essere un interesse attorno a quella passione che stava nascendo.

Arriva così il primo sito

Si, (aglioolioepeperoncino.com) è stato di fatto una conseguenza di quel desiderio di rendere partecipi altre persone di quell’esperienza. Il sito nasce per questo; lo creo in lingua inglese e diventa subito un’occasione per interagire con tanta gente. In poco tempo è diventato abbastanza popolare, quasi uno strumento per molti di conoscere la cucina italiana raccontata con semplicità. Tanti italoamericani di seconda o terza generazione si riconoscevano in quelle ricette di famiglia che provavo a fare scoprire, ma l’interesse era più ampio e coinvolgeva anche tanti turisti o semplici curiosi.

Photo Credits: Andrea Di Lorenzo
Photo Credits: Andrea Di Lorenzo

Qual è stato il tuo primo impatto con questa nuova esperienza?

La cosa che mi ha sorpreso di più è stata quella dell’idea di Italia e di cucina italiana che persiste nell’immaginario collettivo di tanti stranieri. Una visione un po’ edulcorata, che rifiuta gli aspetti più crudi e realistici e si affida ad un ricordo quasi cinematografico, come se si fosse ancora negli anni 50. La pizza, il mandolino, la Vespa, non sono soltanto stereotipi, ma di fatto è come moltissimi turisti, forse la maggior parte ancora, vedono e sognano l’Italia. Magari è un poco infantile, però mi chiedo perchè non sfruttare questa enorme risorsa economica cercando di continuare ad attirarli, anche se in un contesto che può oggi sembrare quasi fuori dal tempo? Sarebbe una sfida interessante.

Poi sono arrivati gli altri siti

Si, prima uno poi l’altro, e alla fine addirittura quattro siti. Un lavoro a tempo pieno (Eleonora è protagonista anche di Forchettine, Roma Every Day e Rome City Guide for Kids). Sono arrivate le prime proposte di collaborazione, ho capito che poteva diventare una professione a tutti gli effetti. Quell’anno sabbatico non si è più concluso, e devo dire che quello che faccio oggi mi piace davvero tanto.

Adesso ti aspetta anche la conduzione di un programma per il “Gambero Rosso”

Si questo format , è una sorta di viaggio, rispecchia molto quello che poi faccio già da foodblogger. Prendo la mia bella macchinetta fotografica, me ne vado in giro, scelgo una zona e parto alla scoperta dei formaggi del luogo; studio le lavorazioni, parlo con esperti, assaggio, mi diverto. Il tutto con un linguaggio molto “out of court”, mi giro verso la telecamera, commento, scherzo con gli spettatori. In ogni episodio mi reco da dei ristoratori chiedendogli di trasformare i prodotti che porto in ricette originali; alla fine ci sediamo attorno ad un tavolo con i produttori e commentiamo assieme. Mi ha sorpreso piacevolmente vedere quanto ci tengano, a volte si è arrivati anche a vere e proprie discussioni accese per difendere il proprio prodotto, ma è giusto così. L’episodio si conclude come se stessi riportando queste nuove esperienze nel mio blog e mi preparassi a vivere la prossima avventura; il tutto con un taglio molto cinematografico, che comunque fa sempre parte di me.

Photo Credits: Andrea Di Lorenzo
Photo Credits: Andrea Di Lorenzo

Adesso che fai parte di questo contesto, che ne pensi del binomio cibo – tv?

A me piacciono i programmi come “AB…Cheese”; sono una divoratrice di format del Gambero Rosso come quelli di Jamie Oliver o di Nigella Lawson; amo vedere le ricette, seguire passo dopo passo la realizzazione di un piatto. Mi piace molto meno invece la trasposizione della cucina nei talent. Ecco, per forza di cose lo spettacolo impone che la cucina sia solo di contorno non la vera protagonista di quel tipo di programmi; se devo vedere del cibo in tv mi piace pensare che questo sia il protagonista e non soltanto un pretesto per litigare o per urlare. Continuo a vedere la cucina come una grande passione, e se deve essere uno strumento, preferisco serva per poter ampliare il discorso su altro, sulla cultura, sulla società. Un po’ quella filosofia che mi ha accompagnato in questo percorso lavorativo.