A volte non serve arrivare primi per fare strada. Lo sa bene Federico Prodon, che ha sfiorato la vittoria alla seconda edizione di Bake Off Italia, il talent show dedicato al Baking su Real Time. Con determinazione e caparbietà Federico ha portato avanti la sua grande passione, quella della pasticceria, accanto al suo lavoro di sempre che lo vede impegnato come broker assicurativo.
La voglia di impastare e creare delizie per il palato è andata così ben oltre il programma TV, passando per esperienze dove Federico mette in gioco il suo perfezionismo e la sua originalità. Esperienze da condividere, attraverso la scuola di pasticceria “A tavola con lo chef”, che lo vede nei panni di docente, eventi in giro per l’Italia e ora, con un libro tutto da gustare. Stiamo parlando di “Progetto crostate“, il libro curato dalla giornalista Francesca Di Maio, in cui Federico Prodon esplora con abilità il magico mondo delle crostate. Trenta ricette suddivise tra quelle più classiche, le moderne e infine le più golose. Si spazia tra ingredienti tradizionali ad altri nuovi, che strizzano l’occhio ad abbinamenti curiosi. Un libro adatto a chi è già pratico dei fornelli, ma anche a chi è alle prime armi e non vuole rinunciare a cimentarsi con il dolce “di una volta”.
Abbiamo raggiunto Federico Prodon per scoprire il mondo di “Progetto crostate“; da Bake Off Italia ad oggi, ecco cosa ha raccontato a “Il Giornale Digitale“.

Tutti i segreti per realizzare a regola d’arte tutto ciò che ti frolla nella mente, un gioco di parole per presentare il suo libro “Progetto Crostate“.
Un ricettario che si rivolge a tutti, appassionati di lunga data e amanti della cucina alle prime armi.
Federico, come mai ha voluto indagare il mondo delle crostate?
Volevo poter comunicare tramite un dolce, che per tradizione è alla portata di tutti, in modo da non scoraggiare il lettore, ma piuttosto guidarlo lungo le varie preparazioni, che alla fine diventano come tanti tasselli di un puzzle da montare.
La crostata tradizionalmente ci riporta con la mente ai sapori di una volta, quelli delle nostre nonne. Che cosa hanno di diverso le crostate rispetto agli altri dolci?
Lo ha detto lei, le crostate ci riportano ad immagini, luoghi, persone che sono legati a piacevoli ricordi. Ci ricordiamo la nonna al lavoro, la mamma e magari noi piccoli al bordo del tavolo che le guardavamo lavorare. Quei profumi, quei sapori sono oramai parte del nostro DNA. Inoltre la semplicità della preparazione fa il resto!
Per chi decide di preparare la sua prima crostata, cosa assolutamente non deve dimenticare?
La passione, compagno di viaggio indispensabile in cucina. Grazie alla passione tutte le difficoltà diventano superabili.
L’abbiamo vista tra i protagonisti della seconda edizione di Bake Off Italia. Che tipo di esperienza è stata? Cosa le ha lasciato?
Sono stato finalista, pertanto sono stato lontano da casa per 45 giorni. Basterebbe questo per dare la misura di quanto sia stato faticoso, ma c’è dell’altro.
La sveglia alle 6 di mattina, lo stress delle prove da affrontare e soprattutto dei tempi dettati per la loro preparazione. Io poi partivo sempre con un nemico, il mio perfezionismo e mi ricordo che arrivavo alla fine sempre sul filo del rasoio. Bake off mi ha lasciato una cosa importantissima, il calore del pubblico, ancora oggi mi fermano per dirmi che avrei dovuto vincere io. Proprio nei confronti di quel pubblico sono ancora oggi debitore. È grazie a loro se oggi possiamo parlare del mio primo libro. Sono loro che mi hanno trasmesso la consapevolezza di credere nei miei mezzi e di andare avanti nonostante la mancata vittoria.
Se le chiedessero di tornare in TV, questa volta come giudice, con chi le piacerebbe lavorare?
Farei volentieri un programma con Ernst Knam in giro per il mondo!
Sui social condivide le foto delle sue creazioni, che rapporto ha con i social? Sono uno strumento importante per il suo lavoro?
Oramai i social sono il miglior modo per comunicare. Una foto, una ricetta, un messaggio arriva alla velocità della luce in qualsiasi parte del mondo.
Attualmente è impegnato anche come docente, nella scuola di pasticceria “A tavola con lo chef” e organizza corsi per i più piccoli.
Quali sono le prime cose che si insegnano ai bambini che si avvicinano ai dolci?
La conoscenza delle materie prime, colonna portate per la realizzazione di qualsiasi dolce.
Creatività, passione, studio, determinazione: quali sono le dosi giuste di questi ingredienti per essere un buon pasticciere?
Io non sono un pasticcere professionista, quindi posso risponderle da ultra-appassionato del settore. Credo che per approcciare alla realizzazione di un dolce serva tanta passione, le prove, gli insuccessi da superare sono tanti. Lo studio poi è la parte più importante per chi vuole continuare a migliorare ed infine la creatività.
Dico sempre che per crescere bisogna rompere gli schemi e la creatività è l’unico ingrediente che ti può spingere a far questo.
Concludiamo con un consiglio ai nostri lettori: stasera ha una cena improvvisa, quale crostata ci prepara?
Farei una bella crostata di ricotta, cannella e cioccolato, non si sbaglia mai!