Ferrari e Alonso, un matrimonio terminato non senza qualche mugugno. Basti pensare al sostituto del pilota spagnolo, ossia quel Vettel non troppo stimato dall’ex Renault, ormai ai saluti alla “Rossa” dopo cinque stagione di risultati non propriamente positivi. Come se non bastasse, il tedesco ex Red Bull percepirà un ingaggio da 25 milioni di euro per le prossime tre stagioni, con opzioni per le successive due. Una sorta di dispetto da parte della Scuderia di Maranello, nei confronti dello spagnolo, o semplice scelta per iniziare nuovamente a vincere come si deve? Questo non lo sapremo di certo, ma quando alla guida della Ferrari vi era Jean Todt, con Luca Cordero di Montezemolo, alcuni polveroni non si sarebbero mai alzati, nemmeno dopo sconfitte brucianti. Tornando al rapporto Ferrari-Alonso, è stato veramente poco idilliaco tanto da far maturare un divorzio anticipato rispetto alla scadenza del contratto? Già dal novembre 2010, ad Abu Dhabi, il legame subì un forte rallentamento, per un Mondiale perso che il pilota aveva già in tasca. In quel caso, un’errata strategia costò carissimo all’iberico, comunque fiducioso per le stagioni a venire.

Ma fermiamoci un attimo, e pensiamo a come sarebbe potuta cambiare la carriera di Alonso in “rosso”, se solo i vertici di Maranello avrebbero optato per importanti cambiamenti. Parliamoci chiaro, dagli Emirati, da quel preciso istante, da quella delusione immane, la Ferrari doveva prendere decisioni drastiche, dure, ma allo stesso tempo efficaci. Perdere un Mondiale praticamente vinto, succede se all’ interno del team hai degli uomini che, evidentemente, non hanno abbastanza sangue freddo per competere ad alti livelli. L’allora Direttore Ferrari, Stefano Domenicali, doveva essere messo alla porta tranquillamente, anche perché negli anni successivi i trionfi sono stati “assenti”. Pensate, dal 2008 al 2014, con il dirigente italiano, la “Rossa” ha conseguito un solo Mondiale costruttori, poi il nulla.

Erano diversi i tempi di Todt e Schumacher che, malgrado alcuni titoli gettati al vento, trovavano la forza per vincere 5 Mondiali, lasciandosi alle spalle polemiche e tutto ciò che ne consegue. Adesso, invece, i periodi sono cambiati: Marco Mattiacci è il nuovo Direttore della Gestione Sportiva, con Sergio Marchionne presidente dopo l’era Montezemolo. C’è anche Vettel che, da buon tedesco, vorrà certamente ripetere le gesta del suo più famoso connazionale. E poi ci sono loro, i tanti tifosi del “Cavallino Rampante”, sempre fiduciosi anche quando le cose non vanno come dovrebbero andare e desiderosi di piangere di gioia per un Mondiale che, a Maranello, manca da troppo tempo.

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