Quante volte ci siamo chiesti quale fosse la strada migliore da intraprendere per il nostro futuro. Prima la scuola, poi il liceo e infine l’università, con l’unico scopo di riuscire trovare un’occupazione stabile e magari soddisfare le nostre attitudini in ambito lavorativo. Magari. Peccato che oggigiorno il nostro Belpaese non offra grandi opportunità, dai più ambiziosi ai semplici volenterosi, senza differenza alcuna. Una realtà, questa, che secondo i dati Istat, colpisce maggiormente i giovani, ovvero il 41 % della popolazione che riguarda proprio quella fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni.
E così, armati di coraggio e voglia di avventura, quegli stessi ambiziosi e volenterosi, decidono di partire alla volta del “nuovo mondo“, lasciandosi alle spalle l’insoddisfazione di non poter vivere dignitosamente quel diritto al lavoro su cui è stato fondato il nostro Paese. E basta veramente poco: uno zaino in spalla, un biglietto di sola andata e via dall’altra parte del mondo, con in mano una valigia fatta di sogni ancora tutti da realizzare.
Si sa, non è per nulla facile partire e lasciare a casa gli affetti più cari, ma la voglia di una vita migliore e la certezza di poterla vivere in una terra ricca come l’Australia diventa sempre più comune tra i giovani d’oggi. Sono migliaia, infatti, gli italiani che partono ogni giorno da Malpensa e Roma con voli di sola andata diretti verso il paradiso terrestre. Quello stesso paradiso che però, secondo il programma australiano «Four Courners», sfrutterebbe i giovani provenienti da tutto il mondo, mettendo a dura prova il loro potenziale fisico nelle celebri Farm, letteralmente “fattorie”, ovvero aziende agricole specializzate nella coltivazione e raccolta di frutta e verdura o nell’allevamento di bestiame, in cui i ragazzi, per prolungare la propria permanenza in Australia e concedersi quindi un secondo Working Holiday Visa, devono garantire almeno 88 giorni di lavoro.
Ciò nonostante, nessuno sente veramente la mancanza di casa, soprattutto quando quest’ultima tende a coincidere con una galoppante disoccupazione. Piuttosto, le difficoltà vengono viste addirittura come stimoli e il perché, oggi, ce lo spiegano proprio a Simona e Davide, una giovane coppia siciliana, da poco rientrata in Italia, che in un’intervista esclusiva a Il Giornale Digitale ci racconta la fantastica esperienza vissuta per un anno nelle meravigliosa terra dei canguri.

Partiamo dal principio. Quando avete deciso di partire e cosa vi ha spinto a fare questa scelta?

Simona: L’Australia è la nuova terra promessa, soprattutto per chi cerca un lavoro, e a differenza dell’Italia , lì è molto più semplice trovarne uno. Chi non ha mai sognato di mollare tutto, fare le valigie e partire per un lungo viaggio? Ecco, questo è quello che è capitato a noi. Stanchi della solita routine e di un’ Italia in cui trovare lavoro ormai è un’utopia, abbiamo deciso di partire per questa terra lontana, per un viaggio di conoscenza e piacere. Così muniti di zaino in spalla e tanta voglia di mettersi alla prova, siamo arrivati a Brisbane.

Come vi hanno accolto gli australiani?

Davide: La gente è molto ospitale e amichevole. Le prime cose che ci hanno colpito appena arrivati sono state il sorriso e la cordialità della gente incontrata per strada, così come l’efficienza dei mezzi di trasporto, sempre funzionanti e in perfetto orario. L’Australia è piena di sorprese, una terra affascinante di cui difficilmente puoi non innamorartene.

“L’Australia? Si vive bene e lavorare è scontato” (INTERVISTA)

Quali attività lavorative vi hanno permesso di mantenervi per un anno? Raccontateci le vostre esperienze.

Simona: Dopo aver distribuito curriculum in ogni angolo della città, siamo riusciti a trovare lavoro pur masticando un inglese non proprio perfetto. Ho iniziato facendo la babysitter durante i giorni feriali, mentre nel weekend lavoravo come cameriera in un ristorante della città. Davide invece ha lavorato in una pizzeria svolgendo qualche lavoretto extra nelle costruzioni e come giardiniere. Siamo partiti con un visto Working Holiday che ci ha permesso di rimanere in territorio australiano per 12 mesi con la libertà di viaggiare e lavorare. Inoltre, il visto sarebbe potuto essere esteso per un altro anno solo se avessimo effettuavi 88 giorni di lavoro in zone rurali. Così dopo circa 6 mesi di “citylife” siamo partiti alla ricerca di “farm” ottenendo subito un lavoro in una fabbrica che confezionava alimenti.
Siamo sinceri, l’impatto è stato un po’ traumatico; dopo aver vissuto in una grande città come Brisbane, ci siamo ritrovati catapultati in mezzo al niente, facendo anche i conti con ragni mostruosi e insetti dalle dimensioni mai viste prima! Ma certo è che, superato il blocco iniziale, l’esperienza delle farm è stata la più bella del nostro anno trascorso lì. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere dei ragazzi straordinari con cui si è instaurato subito un rapporto di amicizia, oltre che vivere la vera Australia, con una natura da togliere il fiato.

“L’Australia? Si vive bene e lavorare è scontato” (INTERVISTA)

E i viaggi?

Davide: Diciamo che in Australia non ci si annoia mai; dalla città basta prendere un bus e in mezzora ci si ritrova in spiagge paradisiache. Terminata la nostra esperienza nelle farm, ci siamo concessi un periodo di vacanza per poter esplorare l’Australia, così, in compagnia di un’altra coppia, abbiamo iniziato il nostro Road trip verso il Queensland del nord. Dopo quasi 1500 km percorsi in macchina ci siamo accampati in mezzo a una foresta pluviale accanto a un fiume pieno di coccodrilli e provato l’ebbrezza di nuotare nella barriera corallina insieme alle tartarughe. Ho fatto anche surf nell’oceano pacifico!
Il nostro tour si è concluso a Sydney, in cui vi siamo rimasti fino alla fine del nostro visto.

Consigliereste ai vostri amici di lasciare l’Italia per cercare fortuna in Australia?

Simona: Non è semplice lasciare luoghi e affetti per immettersi in una dimensione diametralmente opposta partendo da zero. L’Italia è un Paese bellissimo ma la situazione occupazionale ha costretto numerosi giovani a preferire l’opzione scommessa alle certezze locali. Tuttavia la sconsiglierei a chi crede che basta lasciare l’Italia per arricchirsi senza far nulla. L’impegno, l’ambizione e l’umiltà sono fondamentali. La consiglio ai giovani che hanno voglia di mettersi in gioco e migliorare il proprio livello di inglese. Rimane comunque un’esperienza unica e indimenticabile.

Grazie per la vostra testimonianza ragazzi. Vi facciamo tutti un grosso in bocca al lupo!

Cover photo: Simona Russo