Non esiste un concetto unico di bellezza, qualcosa di universalmente condiviso che ci permetta di avere tutti pareri e giudizi concordanti sull’estetica, sopratutto se si tratta di quella che caratterizza l’essere umano, sia uomo che donna.
Gusti puramente personali, ma anche cultura e tradizioni, influenzano ognuno di noi circa il modo di vedere la donna così come l’uomo. E l stesso vale per la seduzione, intesa come l’arte che di una persona a indurne un’altra, deliberatamente, a intraprendere una relazione di natura sentimentale o sessuale.
Non c’è un unico e invincibile “sistema di conquista”: attraiamo e siamo a nostra volta attratti da ciò che ci piace, ciò che valutiamo simile a noi, ciò che ci da fiducia e sicurezza.
La seduzione non segue regole precise o schemi fissi, però possiamo quasi dire che segue la geografia del mondo.
Per esempio, a nord del Kenya, la tribù dei Samburu, tra le complesse tradizioni, ha un rituale preciso per quanto riguarda la seduzione. C’è, infatti, una sorta di danza dell’amore che apre il cerimoniale del corteggiamento: quando un giovane uomo individua la dolce metà prescelta, le getta sul viso la chioma di capelli acconciati e colorati d’ocra. Questo è il segno chiaro della passione scoccata. Se lei ricambia, si aspetta in dono nuove collane di perline colorate per aumentare il fascio già abbondante che le adorna il collo.
Ancora più singolare è la tradizione delle donne giraffa del popolo Padaung. L’origine di questo rituale va ricercata molto lontano nel tempo: la leggenda narra di spiriti avversi che aizzarono contro le donne di questo popolo tigri feroci per punirle di colpe che si perdono nella notte dei tempi. L’unico modo per salvarle dalla strage, dice la leggenda, era adattare grossi anelli d’oro al loro collo, a polsi e caviglie. Oggi questi anelli – che vengono indossate dalle bambine fin dall’età di 5 anni – hanno perso quasi del tutto il loro valore prezioso e mitologico, ma sono diventati sempre più simboli di bellezza e seduzione.
Non serve andare alla ricerca di posti sperduti nel mondo e culture lontane per imbattersi in tradizioni di seduzione piuttosto ambigue. Nella non lontana Bulgaria, infatti, ci si può sposare solo d’inverno. Nella città di Ribnovo, i matrimoni dell’etnia Pomak sono celebrati infatti esclusivamente tra novembre e febbraio, nel corso di un rituale che si trascina per due giorni. Prima del matrimonio precessioni festanti di ragazzini che illuminano le strade del paese con le loro torce, e il giorno dopo lo sposalizio marito e moglie conducono una danza tradizionale, l’horo, a cui partecipano tutte le famiglie della città. La cosa più particolare però è che, prima della cerimonia vera e propria, la promessa sposa viene truccata con una crema bianca e lustrini colorati, secondo quello che è il rito chiamato ghelina.
Decisamente più dolorosa è la pratica di seduzione che svolgono le donne della tribù etiope dei Mursi: all’età di 15 anni viene praticata loro un’incisione sul labbro inferiore, un foro che viene poi gradualmente dilatato con dischi sempre più larghi di legno o argilla. Questo, secondo gli antropologi è un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta: quando il disco sul labbro è grande significa che la donna ha raggiunto non soloo l’età adulta, ma anche la maturità sessuale che serve alle donne mursi per trovare marito.
Il volto dipinto di questa donna Tuareg, infine, serve per attirare l’attenzione dell’altro sesso durante la Cure Salee, cioè la “cura del sale”, che si tiene ogni settembre nelle piscine saline nei pressi di Ingall, Niger settentrionale. Le popolazioni nomadi della regione, accorrono in questa zona per far rinfrescare il bestiame e festeggiare la fine della stagione delle piogge, perché si pensa che il sale abbia effetti benefici sulla salute degli animali e dei pastori. È questa l’occasione per le donne di cercare marito. E a loro volta, gli uomini, per attirare l’attenzione, si esibiscono in prove di forza e parate, sfoggiando il tradizionale make-up.
Chi pensa che le donne siano più vanitose degli uomini probabilmente non ha mai assistito alle lunghe sedute di trucco e parrucco degli uomini Karo, popolazione etiope. Non sono infatti solo le donne a “decorarsi” in vista del futuro matrimonio, ma anche gli uomini, che si cospargono di polveri di gesso, ocra e carboncino, disegnando simboli e motivi decorativi a imitazione degli animali. Completa il look uno chignon fermato con una piuma di struzzo, simbolo di coraggio e virilità.
Gli esempi di seduzione illustrati ci fanno capire che i canoni di bellezza, sia essa maschile o femminile, cambiano nello spazio e nel tempo, rendendo difficile a psicologi, sociologi, antropologi e studiosi di ogni genere, definire all’unanimità ciò che è bello e seducente.
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