Ogni 4 anni i Mondiali fanno sì che tutto il resto passi in secondo piano. Quest anno però, sembra che anche il calcio giocato stia facendo la stessa fine. Ovviamente esagero, ma un fondo di verità c’è.

Questo Campionato del Mondo è sicuramente il più tecnologico di sempre, e la stessa tecnologia rappresenta ciò che più di tutto distoglie l’attenzione dall’essenza del calcio stesso, dal guardare una partita con gli amici, gioire o arrabbiarsi per un goal o per una rete annullata. Me ne sono accorto solo oggi. Chi è appassionato di calcio, in occasione dei Mondiali soprattutto, cerca di vedere tutte o quasi le partite, e io ammetto di essere parecchio amante del pallone; oggi però, mentre si giocava Iran-Nigeria, mi trovavo su Facebook, e mi sono accorto che per seguire il risultato non era nemmeno necessario uscire dal social network, perché Facebook aveva aggiunto dei riquadri con i risultati live, e una cosa simile, ho poi ricordato, è successa anche su Twitter. A questo punto mi sono fermato a riflettere.

Sin dall’inizio, è stato un Campionato del Mondo tecnologico, quando a dare il calcio d’inizio è stato un esoscheletro al comando di un uomo paraplegico (qui il video). Continuando a fare mente locale, mi sono ricordato anche che la tecnologia non è stata in campo solo in occasione del calcio d’inizio, ma c’è in ogni partita, con la goal-line technology, che cancella definitivamente il problema dei goal fantasma.

Ancora, anche Google è entrata negli stadi dei Mondiali, con Street View che ci ha permesso e ci permette di esplorarli tutti e 12. Si potrebbe, però, pensare che tutte queste tecnologie siano state una cosa buona, ma non è così, non per tutti i casi.

La tecnologia ci ha anche teso qualche tranello, ricordandoci che ancora abbiamo tanta strada da fare. La goal-line technology, messa veramente alla prova per la prima volta in Francia-Honduras sul tiro di Benzema, ha causato un po’ di scompiglio, con le prime immagini proiettate sui maxi-schermi che dicevano che la palla non era dentro. Poi pochi secondi e si è visto il pallone superare la linea, allarme rientrato, ma primi dubbi sulla tecnologia (anche se del tutto ingiustificati, perché è praticamente impossibile che ci siano errori).

Restando sempre su Francia-Honduras, ma tornando ad inizio partita, secondo scherzo di una tecnologia stavolta non inedita, e prima volta che una partita ai Mondiali inizia senza inni nazionali. E poi ancora social, con il web che parla dei personaggi famosi che tifano sui social questa o quella squadra, o Google che offre ogni giorno un nuovo Doodle.

In tutto ciò, dov’è il bello del calcio? Forse esagero, ma non è un po’ triste che anziché parlare della partita si parli del tweet di questo o quel personaggio? Le persone che non staccavano gli occhi dai campi di gioco, oggi non li staccano dallo smartphone nemmeno per esultare. E soprattutto, se io che non ho nemmeno un quarto di secolo noto tutto ciò e ne sono spaventato, come saranno le cose tra 20 anni? Temo ad azzardare una previsione, perciò mi fermo nel provare ad insinuare il dubbio. Il tempo ci darà una risposta. Viva il calcio, e viva le emozioni vere.