Ripensare il pensiero positivo. Non è un gioco di parole, ma il titolo del libro della psicologa americana Gabriele Oettingen “Rethinking positive thinking” edito da Penguin Random House.

La Oettingen mette in discussione la convinzione – ampiamente diffusa nella nostra società – che l’ottimismo come filosofia di vita ai confini tra il concreto ed il reale, non sia poi così indispensabile ai fini della soddisfazione personale. Nelle scorse settimane la psicologa ha rilasciato un’intervista al Wall Street Journal confutando di fatto quello che è stato testato dopo anni e anni di studi, ovvero che la predisposizione mentale dettata dall’ottimismo fosse quella vincente.
Chi insegue i sogni, evitando i problemi, cede il passo, accantona e probabilmente non raggiunge la tanto agognata felicità.
La soluzione risiederebbe nel contrasto mentale, ovvero quella tecnica che aiuta a individuare gli obiettivi, considerare gli ostacoli ed affrontarli.
Molto spesso i sogni ci portano lontano, in un altrove che ci regala al momento una sensazione di benessere destinata poi a frantumarsi. Giusto il tempo di capire che, quando si sogna, bisogna tenere gli occhi aperti: solo una prospettiva più ampia può regalarci la felicità.

Meglio quindi non andarci in quell’altrove se non si tramuterà mai in una realtà. Il contrasto mentale nasce proprio dal dualismo tra l’ora e il dopo, considerando gli ostacoli che si frappongono come una risorsa, quella giusta.

E allora perché per il pensiero positivo non c’è spazio? E che differenza c’è tra le aspettative e l’ottimismo?
C’è differenza fra avere aspettative positive ed essere ottimisti –spiega l’autrice, come riportato dall’Ansa- Le prime sono utili, il secondo aiuta ad alleviare le sofferenze del momento ma alla lunga dà problemi perché induce le persone a rilassarsi, non le spinge a fare più sforzi per raggiungere i propri goal. Il sollievo del momento porta nel tempo più frustrazione e infelicità”.

Per ottimisti e non, ecco come funziona la tecnica del contrasto mentale: sono quattro gli step fondamentali che seguono la filosofia woop, acronimo dall’inglese Wish, Outcome, Obstacle, Plan (desiderio, risultato, ostacolo, progetto).

Il primo step riguarda le priorità della vita: secondo l’esperta bisogna buttare giù un elenco con le cose davvero importanti. Poi non bisogna rimandare: “Evita di girarci intorno, posticipare, avere sogni vaghi”, afferma la dott.ssa Oettingen.
E ancora: bisogna confrontarsi con le persone, condividendo i successi per raggiungere risultati più elevati. Infine mai fermarsi, arricchendo la propria to do list.
Una curiosità sul se poi: secondo la psicologa, il condizionale ci aiuterebbe a identificare gli ostacoli e superarli “Con l’elenco dei ‘se poi’, si capisce cosa fare una volta identificati gli ostacoli che frenano il cammino. Un esempio spicciolo? Se mi alzo dal letto andrò a fare una corsa nel parco”.

Ripensare il pensiero positivo, non significa, quindi, annullarlo, ma avere il coraggio di guardare anche oltre.

[Fonte Photo Cover: huffingtonpost.it]