Pronostici rispettati. A trionfare nella notte degli Oscar 2018 è “La Forma dell’acqua” di Guillermo del Toro che ha portato a casa ben quattro statuette tra le quali quella per il miglior film e per la migliore regia. Un risultato che vede ancora una volta vincente agli Academy un regista messicano negli ultimi 5 anni dopo le affermazioni di Alfonso Cuaron (“Gravity” nel 2014) e Alejandro Gonzales Inarritu (“Birdman” nel 2015 e “Revenant” nel 2016).
«Io sono un immigrato come molti di voi – ha commentato con commozione alzando l’Oscar – e negli ultimi 25 anni ho vissuto in un Paese tutto nostro. La cosa più importante che fa il nostro settore è cancellare le linee di confine, quando il resto del mondo vorrebbe renderle più profonde. Dovremmo continuare a sentirci così invece di costruire muri». «Non pensavo che mai mi sarebbe successo tutto questo – ha proseguito del Toro – ma ci sono persone che sognano e con questi sogni si può parlare anche di cose reali se si ha immaginazione. Quest’ultima è una porta: apritela ed entrate». Il film, già vincitore alla Mostra del cinema di Venezia nel 2017, racconta la storia d’amore impossibile tra una donna, Sally Hawkins (candidata come miglior attrice), e un essere anfibio, in Usa in piena guerra fredda.
Una statuetta la porta a casa anche il film di Luca Guadagnino, “Chiamami col tuo nome”, racconto della nascita di un amore gay che vince per la migliore sceneggiatura non originale firmata da James Ivory. «È una bella sensazione tenere in mano un Oscar – ha esordito il 90enne, il più anziano vincitore della storia – Ho amato l’idea di fare un film in Italia. Per me si trattava di raccontare una storia che aveva una rilevanza anche personale. Con Luca Guadagnino abbiamo avuto poi molti incontri per discutere del copione e lui è stato molto ragionevole. È stato davvero bello lavorare con lui e alcune delle sue idee sono entrate nella sceneggiatura».
Grande traguardo per “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” che ha vinto per il migliore attore non protagonista (Sam Rockwell) e la migliore attrice protagonista (Frances McDormand). Miglior attore è Gary Oldman per il suo Winston Churchill in “L’ora più buia”, battendo il recordman Daniel Day-Lewis che di certo avrebbe voluto concludere la sua carriera (ha annunciato l’addio alla scena) con il quarto trionfo. Tre Oscar minori a “Dunkirk” di Christopher Nolan, due per “Blade Runner 2049”. Soddisfazione anche per “Coco”, il film animato della Pixar ambientato in Messico, vincitore di categoria e per la migliore canzone originale. Vince anche l’horror “Scappa – Get Out” come migliore sceneggiatura originale. A mani vuote Steven Spielberg e Maryl Streep, regista e protagonista di “The Post”, film sulla libertà di stampa negli anni ’70.