La sempre più diffusa paura di volare affonda le sue radici in un passato lontanissimo: l’altezza ed il volo, infatti, hanno sempre rappresentato una delle incognite più grandi per la mente umana. Nonostante le fredde statistiche ci suggeriscano in ogni modo che l’aeromobile sia il mezzo di trasporto più sicuro al mondo, le descrizioni sempre più accurate delle tragedie aeree non ci salvano da fenomeni come l’ansia e la paura di salire a bordo. In un anno si verificherebbero circa 35 incidenti aerei, per lo più non mortali, a fronte di circa 35 milioni di voli annui. Un dato che, se considerato razionalmente, avrebbe tutte le carte in regola per rassicurarci. Ma così non è. Spesso ci chiediamo se i nostri aerei siano sicuri e anche se troviamo conferma nella realtà fattuale, è impossibile separarci mentalmente da episodi come quello che ha coinvolto Germanwings e Malaysia Airlines.
L’aerofobia, o paura di volare (fear of flying), è molto diffusa sia tra chi è costretto a viaggiare spesso in aereo che tra chi non ha mai volato. Essa si manifesta in maniera diversa a seconda dell’individuo interessato e con differenti livelli di intensità. Si possono nutrire sentimenti di semplice ansia fino ad arrivare a stati di terrore che rendono impossibile al soggetto di mettersi in viaggio. Il primo motivo per il quale riesce difficile entrare in confidenza con il mezzo è la familiarità. L’aereo è un congegno assolutamente non familiare alle persone, a differenza per esempio dell’automobile che utilizziamo nel quotidiano. Se ci proponessero di salire a bordo di un mezzo capace di percorrere 170 km/h senza mai essere saliti su un’auto, saremmo decisamente terrorizzati. Stesso discorso vale per l’aeromobile. Va da se che utilizzarlo spesso ridimensionerebbe oltremodo la nostra percezione di pericolo.
Il secondo motivo potrebbe, invece, avere origini più lontane: l’uomo per natura non è predisposto al volo e l’idea di compiere qualcosa che è impossibile per le nostre capacità ci manda in tilt. La domanda da fare è un’altra: la natura ci ha donato le capacità per correre a 180 km/h? No di certo, eppure se dobbiamo spingere sull’acceleratore non ci poniamo il problema. Un ostacolo molto forte che ci impedisce di volare spensierati è l’esigenza di controllo: l’uomo per natura tende a volere governare ogni situazione e l’idea di affidare se stessi a qualcuno (piloti, meccanici, ingegneri) genererebbe uno stato di difficoltà enorme. Il volere controllare ogni cosa interessa la maggior parte delle persone e nello specifico chi ricopre ruoli importanti e si ritrova a dovere gestire risorse umane. L’avere il controllo totale nel quotidiano renderebbe difficile accettare situazioni in cui ciò non avviene.
Su chi ha paura di volare i numeri sulla sicurezza dei velivoli hanno una presa piuttosto labile: la nostra mente è offuscata da immagini, notizie, eventi e circostanze terribili pubblicizzate dai mass media senza troppi filtri. Il terrore di vivere scene da film ci induce in tutti i modi a evitare lo stimolo fobico e ad allontanare dal nostro quotidiano tutte le possibili situazioni di pericolo che ci provocano stati di fobia. I sintomi (ansia, paura, vomito, attacchi di panico, senso di oppressione, vertigini, abbassamento della vista, tachicardia e difficoltà respiratorie) si presentano in maniera più intensa prima dell’imbarco ed in alcune fasi particolari del volo vissute come ‘più problematiche’ come il decollo, l’atterraggio, le turbolenze e il maltempo. Le persone che vivono stati fobici hanno paura persino del campanello adoperato per chiamare le hostess mentre in un comune viaggio in autobus si è in grado di sottovalutare stimoli di maggiore intensità, e se vogliamo, anche di maggior pericolo.
In base a recenti sondaggi in Italia tra le persone che hanno volato almeno una volta (37% della popolazione) il 33% dichiara di avere paura ed il 10% assicura che non volerà mai più. Aggiungendo a queste percentuali quelle di chi vola abitualmente ma con difficoltà e di chi teme il volo pur non avendo mai volato, la parte di popolazione che vive l’aereo in malo modo si aggira attorno al 50%. Le vie per guarire dalla paura del volo sono molteplici, ma tutte hanno un grado di presa diversa a seconda del soggetto interessato. Di sicuro serve a molto informarsi sulla sicurezza dell’apparecchio per capire che le probabilità di incidente (anche non mortale) siano una su un milione.
Inoltre si possono adoperare efficaci tecniche di respirazione in grado di calmare il soggetto e aiutarlo ad affrontare il viaggio con maggiore serenità.
Siccome esistono persone che nutrono stati ben più profondi rispetto alla media, sarebbe ideale interfacciarsi con un terapista. Diversamente si può optare per un corso organizzato ad hoc da molte compagnie aeree, in grado di ‘avvicinare’ la mente del fobico al mondo dell’aviazione. Durante questi seminari si visitano gli hangar, si discute con i comandanti e si fa pratica nei simulatori di volo prima di volare su un velivolo vero e proprio. Naturalmente, anche in quel momento, si viene trattati con tutta la cura possibile dallo staff della compagnia scelta.
[Fonte foto cover: torinopsicologia.it]