Universalmente riconosciuto come il premio letterario più prestigioso d’Italia, ricco di fama anche in Europa e nel resto del mondo, il Premio Strega 2015 è finito nell’occhio del ciclone.
Perché? La risposta è molto semplice.

Nell’editoria italiana vi è da diverso tempo un susseguirsi di cambiamenti dovuti, in particolar modo, all’avvento dell’era digitale. Il Premio Strega ha sempre dichiarato di voler aiutare i piccoli e i medi editori senza far pesare sulle loro spalle alcuni dei costi necessari per la pubblicazione di un libro poi, però, richiede un minimo di 500 copie cartacee per ogni testo, non volendo accettare i nettamente più economici ed innovativi eBook.
In un’era segnata dalla tecnologia e (soprattutto) dalla crisi come questa, è possibile una cosa del genere?
A non essere minimamente d’accordo con l’atteggiamento tenuto dai sostenitori del Premio Strega è il noto scrittore Luca Fadda, che ha gentilmente richiesto alla segreteria del Premio Strega di poter accettare alla candidatura anche i libri digitali, senza però ottenere nessuna risposta.
Nonostante abbia ricevuto solamente il silenzio l’autore non si scoraggia e non cede ad arrendersi, anzi, ha lanciato sul social network Twitter l’hastag #StregaDigitale, chiedendo così di far girare il più possibile la sua richiesta per poter rilanciare il mercato digitale italiano.

Una proposta la sua che, se accolta, potrebbe far trarre al Bel Paese una serie di notevoli benefici: innanzitutto, portare il Premio Strega sulla via della digitalizzazione significa ridurre di molto le spese per i piccoli e medi scrittori ed anche lo spreco della carta e, inoltre, il numero dei libri candidati al Premio Strega crescerebbe in modo esponenziale, dando modo ai bravi autori emergenti di non passare inosservati ma di aumentare di gran lunga la loro notorietà nel campo dell’editoria italiana.
I tanti, tantissimi, sostenitori di Luca Fadda sperano di dar vita, con quest’iniziativa, a un vero ed innovativo slancio al movimento letterario italiano, facendolo rinascere con un volto del tutto nuovo. Insomma, lo stesso scopo di #unlibroèunlibro, la campagna recentemente promossa dall’A.I.E. (Associazione Italiana Editori) cui molti noti personaggi hanno deciso di aderire ma che, purtroppo, non ha riscosso una grande efficacia. L’A.I.E. stessa dovrebbe appoggiare la proposta dello scrittore Fadda, in quanto i suoi associati sarebbero tra i primi a trarne dei vantaggi.

[Fonte photo: lieyunwang.com]
[Fonte photo: lieyunwang.com]

Si ricorda che il Premio letterario Strega istituito nel 1947 (che portò per la prima volta alla vittoria il libro “Tempo di uccidere“, di Ennio Flaiano), viene assegnato ogni anno all’autore o all’autrice- anche se finora sono solo dieci le donne che figurano nella lista, tra cui l’ineguagliabile Elsa Morante- di un libro pubblicato in Italia tra il primo aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno ancora in corso. Il primo giovedì del mese di luglio di ogni anno poi, presso il ninfeo della romana Villa Giulia, i 400 giudici comunicano l’opera vincitrice.
I tempi dunque stringono, e la proposta di Luca Fadda potrebbe dover attendere l’arrivo del 2016 per essere o meno considerata.

Accettare candidature di eBook al Premio Strega sarebbe un grande, grandissimo, passo in avanti dal punto di vista economico- e non solo- del nostro Paese e, soprattutto, valorizzerebbe moltissimi libri degni di essere letti ma che, solamente a causa di tassazioni diverse, sono costretti a passare in secondo piano: l’autore e il libro mantengono, ovviamente, lo stesso identico valore da qualsiasi tipo di supporto vengano letti.
Nonostante lo scetticismo a riguardo che accomuna gran parte della popolazione, far candidare gli eBook potrebbe far arrivare la platea di lettori e di giudici a mille o più persone; il tutto, ovviamente, limitando l’invio di volumi a un numero massimo di copie, onde evitare di trovarsi a ricevere tutto il pubblicato italiano dell’anno precedente.

Luca Fadda sostiene che tutti ci troviamo in un’epoca in cui «gli eBook sono già il futuro, ma non ancora il presente». E chissà se, grazie a lui e alla sua piccola e pacifica battaglia, un domani un libro digitale avrà gli stessi diritti di un libro cartaceo.
Avere un libro tra le mani da sfogliare, toccare ed annusare è senza alcuna ombra di dubbio più bello e, se vogliamo, più coinvolgente ed emozionante, ma #unlibroèunlibro e tutti gli autori- grandi o piccoli che siano- meritano di avere le stesse occasioni e le stesse possibilità di raggiungere l’aspirato successo, portando il loro lavoro sullo stesso piano di quello degli altri.

Ormai purtroppo è tardi per stravolgere il tutto e quindi, caro Premio Strega, ne riparliamo l’anno prossimo.

[Fonte Cover: blogspot.com]