Il nostro futuro, soprattutto quello dei nostri figli, dipende dal comportamento di ognuno di noi, nessuno escluso. Saper differenziare, dividere i rifiuti per tipologia, gettarli anche negli orari giusti. Ogni piccola mossa di questo tipo può contribuire a costruire un futuro diverso e migliore rispetto alla realtà di oggi. Ma l’importanza del saper fare una buona raccolta differenziata è solo uno dei tasselli di un mosaico, quello dei rifiuti, ben più complesso.

Purtroppo non basta solo il senso civico di ogni cittadino ma è anche indispensabile che ci siano degli amministratori all’altezza del proprio ruolo. Dirigenti e amministratori locali hanno l’onere di pensare al modo migliore attraverso cui sensibilizzare i cittadini alla raccoltà differenziata ma soprattutto devono dimostrare con i fatti che il riciclo dei rifiuti è l’unica strada per non venirne sommersi. Per questo servono controlli sulle operazioni di raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti effettuati dai servizi preposti alla nettezza urbana ma anche sulle modalità con cui il singolo cittadino getta i rifiuti.

Credits photo: emiliaromagna24
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I dati dell’Istat relativi al 2012 sono quasi imbarazzanti. In Italia la percentuale relativa alla raccolta differenziata legata ai comuni capoluogo di provincia si ferma al 34,9%. Restando ai dati del 2012 dell’Istituto di statistica italiano si nota come l’unica città sopra i 200mila abitanti a superare la soglia del 50% sia Verona. La città di Romeo e Giulietta vanta un dignitoso 51%. Prima di Verona solo una decina di città dal numero inferiore di abitanti. Per trovare le grandi città italiane bisogna arrivare al 43% di Torino, al 38% di Milano (secondo i dati Ricicloni di Legambiente sia Milano che Torino hanno superato il 50% proprio nei primi mesi del 2014), al 25% di Roma e al 21% di Napoli.

A proposito di Roma avevamo già segnalato la gravità del problema dei rifiuti. La Capitale ha grossi grattacapi non solo dalla chiusura della discarica di Malagrotta, avvenuta meno di un anno fa, ma già da almeno un decennio. Alla base delle difficoltà di Roma nella gestione dei rifiuti c’è proprio la scarsa confidenza dei romani e di chi a Roma ci vive per motivi di studio o lavoro con la raccolta differenziata. Il 25% di differenziata registrato nel 2012 è un dato umiliante per la Capitale d’Italia. E allargando il discorso al tema generico dei rifiuti, a nulla sono serviti i proclami dell’attuale sindaco Ignazio Marino che a più riprese aveva annunciato che dal 31 luglio non si sarebbero più visti sacchi di spazzatura fuori dai cassonetti. Per smentire le sue affermazioni basta fare un giro in città in questi giorni, soprattutto nei quartieri periferici e semi-periferici, oppure dare un’occhiata alle varie pagine Facebook di denuncia come quella di Roma fa schifo.

Credits photo: newsgo
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Ma il problema non esiste solo nella Capitale. In generale il Lazio non è una regione virtuosa in tema di raccolta differenziata. Nella classifica di Legambiente sui comuni Ricicloni solo il 2,1% dei comuni del Lazio supera il 65% di raccolta differenziata. Praticamente si tratta di 8 comuni sui quasi 400 che compongono la regione. Il Veneto ha una marcia in più nella differenziata: sono oltre la metà i comuni che superano la soglia del 65% di differenziata. Anche nella classifica dei Ricicloni di Legambiente le grandi città sono le grosse delusioni su questo tema. Si salva soltanto Milano che ha superato quest’anno la soglia del 50% grazie alla continua informazione e a un sistema di raccolta porta a porta con bidoni condominiali. Maglia nera per la Val d’Aosta seguita da Sicilia, Liguria, Calabria e Puglia.

Restando in Puglia possiamo notare negli ultimi anni un aumento della raccolta differenziata che resta, però a livelli bassissimi se confrontiamo le percentuali con quelle di Veneto e Lombardia. In Puglia si è passati da un umiliante 12,3% del 2008 al 26,12% di media da gennaio a luglio 2014. Nella Regione del tacco d’Italia ci sono ancora oggi comuni che non hanno superato il 10% di differenziata. Praticamente non si gettano nella differenziata nemmeno i volantini del supermercato dietro casa o i giornali vecchi. Però magari ci buttiamo lo scontrino della spesa, un errore da principianti della raccolta differenziata.