Per fare un selfie ci vuole uno smartphone.
Un tablet, una fotocamera digitale, o qualunque tecnologia in grado anche di scattare dalla fotocamera interna. Posizionarsi davanti ad un obiettivo e diventarne i protagonisti principali è oggi un fenomeno social.
Il bello della fotografia è che ti permette di creare.
Un angolo di quotidianità, può trasformarsi in un angolo di paradiso: basta posizionarci dietro lo sfondo giusto. E i social ne sono la testimonianza più tangibile. Invasi dalle più stravaganti rappresentazioni di un se che, spesso, non trova la giusta collocazione tra finzione e realtà. Talvolta sfiorando anche l’assurdo, il pericolo, l’esasperazione.
Tra i protagonisti dei selfie regna sovrana la finzione.
Indossiamo un’immagine fittizia purché garantisca un’influenza positiva sul personal branding a cui è essa è destinata. Dove per personal branding si intende la ragione per cui una cerchia di utenti – il tuo pubblico virtuale – sceglie te. Un pubblico, oggi, sempre più competitivo e incline alla critica. In tutta risposta, la conseguenza ad un meccanismo così fortemente avanzato, ricade nella ricerca più forsennata verso la perfezione. Al punto da veder crescere inverosimilmente il numero di persone che si rivolgono alla chirurgia estetica: secondo uno studio della American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery (AAFPRS), infatti, le richieste di interventi di chirurgia estetica sono aumentate del 10%.
Siamo davvero come appariamo sul web?
Quella del web è una realtà sulla quale bisognerebbe affacciarsi discretamente.
Facendo un’accurata selezione dei network da frequentare, della cerchia di utenti alla quale proporsi, e – soprattutto – come per ogni società che si rispetti, facendo proprie le regole che quest’ultima detta. Dal web – questo sconosciuto – giunge la possibilità, talvolta la necessità, di stringere rapporti reali. In tempo reale. Se pure meno immediato.
Ciò che da sempre mina i rapporti tra le persone è la remota possibilità che queste deludano le nostre aspettative.
Ciò che, invece, porta alla disgregazione dei rapporti odierni è la convinzione che attraverso l’immagine proposta da un network, è possibile conoscere le persone per come sono davvero. Ci si mette in discussione molto meno. Si creano, così, legami frivoli e destinati a terminare in un lasso di tempo fin troppo breve.
Rapporti che non maturano, ma nei confronti dei quali si hanno grosse pretese. Esattamente come accade quando ci imbattiamo nella nostra immagine proposta dalla fotocamera interna dello smartphone per fare un selfie ed esigiamo la perfezione.
Ma, mentre prima di rendere pubblico un selfie è possibile ricorrere ai filtri delle innumerevoli applicazioni presenti in rete per ingraziarlo, è possibile ricercare la giusta citazione da allegare in coordinato per renderlo più accattivante, è quasi doveroso confezionare il tutto con l’hashtag vincente, quando si tratta di metterci la faccia per davvero l’unica cosa che resta da fare è quella di essere se stessi, da subito.
Esistono persone vere e esperti simulatori, dentro e fuori dal web. E talvolta sono la stessa persona. Ma questo un selfie non ce lo svela. Non ancora almeno.
[Fonte Cover: www.atosi.it]