Quando una serie TV riscuote successo, probabile che dietro ci sia ShondaLand. La casa di produzione di Shonda Rhimes ha ottenuto dalla ABC un probabile rinnovo di 20 stagioni per tutti i suoi show, o almeno così ha dichiarato la Rhimes a The Hollywood Reporter qualche mese fa e sempre in merito alla ABC ha aggiunto “Quello che amo è come ci sostiene la ABC e quanto sia grandioso Paul Lee (presidente dell’ABC Entertainment Group). Paul ha detto che vuole Grey’s in onda per sempre e lo stesso per quanto riguarda Scandal. Non esiste una dimostrazione di fiducia più grande ed è meraviglioso!”.

Inevitabile tenere stretta al braccio la Rhimes per una rete – la ABC appunto – che con lei ha invaso le case americane, e non solo. Nel 2007 la Rhimes – sceneggiatrice, regista e produttrice – è stata anche inclusa nei 100 personaggi più influenti secondo il TIME. Il tiepido inizio con il film Blossoms and Veils nel 1997 e il giro di boa con il Golden Globe per Grey’s Anatomy nel 2007, il primo di una lunga serie di ori. E la Rhimes non si ferma, arricchendo il mazzo delle carte vincenti. Di pochi giorni fa la notizia data da The Hollywood Reporter circa l’acquisizione da parte della ABC e la casa di produzione della Rhimes dei diritti delle memorie di Suzan Saxman – The Reluctant Psychic – la storia vera di una veggente che ha iniziato a ricevere le apparizioni dei defunti sin da piccola, mantenendo inizialmente il segreto, per poi rivelare il suo potere, il cui racconto è racchiuso in un libro di memorie. Probabile un pilot – che non coinvolgerà la Saxman – e l’ingresso della Rhimes nel campo del paranormale.

Tra i suoi successi, tre sono i pilastri della filmografia della Rhimes che il mondo dei serial addicted non può ignorare.

How to get away with murder, il bebè di ShondaLand che fa incetta di applausi
Credits:FOX
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Le regole del delitto perfetto è arrivata in Italia solo il 27 gennaio scorso. Presentata in anteprima mondiale al Roma Fiction Fest, How to get away with murder – titolo originale della serie in onda su Fox, canale 112 di Sky – è l’ultima creazione dei laboratori ShondaLand. Viola Davis, l’attrice protagonista premiata ai SAG Award e due volte candidata all’Oscar, porta in scena una donna carismatica, plasmata sulla falsariga delle eroine moderne delle serie targate Rhimes. Emancipata e problematica, inghiottita da vicissitudini personali offuscate da una carriera spasmodica e un’aggressività sul campo che la rende icona femminile per il pubblico di aspiranti “lady di ferro”, la protagonista alterna sullo schermo scene hot e battaglie legali.

Annalise Keating, questo il nome della protagonista del legal drama, anima le scene in tribunale. Avvocato difensore e docente di diritto penale alla Middleton University, ogni anno Annalise nomina cinque eletti apprendisti – i Keating Five – per seguirla nel suo team legale. Un delitto efferato al centro del drama e piccoli casi di contorno che distraggono lo spettatore per non assuefarlo al fil rouge della serie. E poi colpi di scena, lampi di alta tensione, mosse strategiche per tenere alto il ritmo della narrazione e il sesso, quello raccontato da Peter Nowalk, immancabile, prepotente ed essenziale per creare l’innamoramento che porta lo spettatore inerme avanti lungo la serie, privo di scampo.
Non facile colmare il vuoto affettivo lasciato da Meredith Grey e Olivia Pope, ma la Rhimes c’è riuscita se solo il pilot della serie in America ha tenuto incollati allo schermo oltre 21 milioni di spettatori. E l’Italia non delude le attese.

Grey’s Anatomy, 10 anni di passioni in corsia
Credits: FOX
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27 Marzo 2005, si alza il sipario su quella che si candiderà a diventare una pietra miliare nella storia delle serie TV, un cult. Meredith Grey strizza l’occhio agli spettatori e li trascina per mano attraverso dieci anni di passioni in corsia. Il medical drama ambientato a Seattle ha colto il meglio di E.R. Medici in prima linea e Sex and the City per offrire ai serial addicted un overdose di intrecci amorosi, fotografie del quotidiano sfumate con i colori dell’avvincente narrativa di Peter Nowalk, drammi e sarcastiche letture di quello che altro non è che la vita. Shonda Rhimes ha scommesso su Meredith per intraprendere un percorso di successi incentrato sull’umanizzazione delle eroine femminili. Rimpiazzando Boston Legal e rinunciando al nome originario – ComplicationGrey’s Anatomy è entrato nei cuori del pubblico osando. Emergenze, tragici accadimenti – dalla bomba in corsia al crollo di un aereo – drammi emotivi e coraggiosi affronti di malattie tanto comuni quanto impietose verso la vita, addii, cuori infranti e relazioni complicate, fino all’immancabile sesso che spezia il tutto per avviluppare lo spettatore dentro una tela di ragno.
Golden Globe ed Emmy a iosa, plausi dalla critica per una Shonda fiera di aver centrato l’obiettivo e portato lustro a ShondaLand. La sete di ascolti continua con la dodicesima stagione firmata da Ellen Pompeo e Patrick Dempsey, pilastri di Grey’s Anatomy.

Scandal, l’ossessione per il B613 e l’ipotesi di uno spin-off
Credits: FOX
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Uno scandalo sarebbe non amarla. Olivia Pope (Kerry Washington), protagonista del thriller politico che ha avvinto gli spettatori dal 2011 fino alla quarta stagione, in onda in Italia da gennaio 2015 su FoxLife. Due Emmy nel 2013 e 2014 andati agli attori non protagonisti, una nomination ai Golden Globes per la Washington e due nomination nel 2015 agli Young Artist Awards per i giovani della serie (Jaden Betts e Brielle Barbusca), dopo Grey’s Anatomy e Private Practice la Rhimes con Scandal è entrata nuovamente nelle case e si è accomodata per bene, sebbene in Italia la serie abbia perso ascolti (un calo dell’11 e 9 per cento dal mese di Aprile per numeri che ormai non toccava dalla seconda stagione). La vita di Olivia Pope, gladiatrice femminile che nulla toglie al piglio di Meredith e il carisma di Annalise, ha dedicato la sua vita a proteggere l’immagine pubblica dell’élite della nazione e i suoi segreti. Per questo ruolo Shonda Rhimes si è ispirata all’aiutante speciale dell’allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, Judy Smith.

Deputati, giornalisti, industriali senza scrupoli alimentano un intreccio che ha qualcosa del Demages di Glenn Close e Rose Byrne, ma con una protagonista femminile più tenera al pubblico. La costante sesso non manca, come un marchio di fabbrica del Peter Nowalk sempre presente all’appello. “Ho alcune delle mie ossessioni personali legate al B613, che non sono probabilmente salutari. Ho nella mia testa circa tre versioni di uno spinoff a cui penso costantemente in modo ossessivo”, ha commentato così la showrunner di Scandal quando interpellata circa l’eventualità di uno spin-off del B613 – l’agenzia governativa al centro del copione – ma ancora nessuna conferma ufficiale. Certo è che Scandal non sarà una never-ending story e lo confermano le dichiarazioni della stessa Rhimes: “Ritengo che ci sia una fine e che sia importante per noi arrivarci”.