C’è una scena di Casino Royale nella quale James Bond viene privato di tutti gli indumenti e legato ad una sedia con i gioielli al vento; il suo nemico gli aveva tagliato la seduta con un coltello ed aveva cominciato a percuotere con forza le sue grazie per ottenere una confessione. Ecco, questa immagine precisa dell’uomo, nudo come un verme ed incatenato alla sedia, rappresenta per molti la vera essenza della relazione amorosa: caviglie legate, dolore insopportabile alle parti basse e libero arbitrio in congedo a Honolulu, come Mago Merlino ne ‘La spada nella roccia‘.
Se è vero che la specie moderna discende da maschi del calibro di Annibale, Marco Antonio e Alessandro Magno, che fine ha fatto la virilità?
Essere maschio non significa soltanto giocare con le spade da piccoli ed essere appassionati di sport: essere uomo, spesso, equivale a prendere un impegno.
Con la famiglia, gli amici, le donne, l’asta del Fantacalcio.
E se, per grazia di Dio, c’è una parte consistente di uomini perfettamente in grado di fare scelte di vita, di contro assistiamo ad un progressivo aumento di quelli che scappano dai legami come Dracula da un raggio di sole. E la colpa, in tutta onestà, non è soltanto la loro.
Sono tante le motivazioni che spingono l’uomo a respingere i legami, a volersi sentire libero e vivere senza nessun tipo di freno.
La differenza tra uomo e donna è cosa nota: per quanto ci accingiamo a volere equiparare i due sessi sotto tutti gli aspetti, non potremmo mai porci sullo stesso livello.
Se la donna è per sua natura, oltre che per sua personale utilità, propensa all’unione amorosa, l’uomo è da sempre amante della caccia e restio a scegliere una dieta basata sulla stessa pietanza. Ogni giorno.
La sua esigenza di cambiamento è supportata da studi scientifici, secondo cui il maschio sarebbe portato a ‘pascolare’ indisturbato per esigenze di tipo riproduttivo.
La sua incapacità di impegnarsi a lungo termine sarebbe dunque contraria alla sua stessa natura, come contro natura sarebbe, per una donna, ripudiare ogni tipo di progettualità.
Ma, accantonata per un attimo la scienza, bisogna precisare che il disagio maschile non è di tipo sentimentale: anche se spesso siamo portati ad immaginare che certi uomini vivano una vera e propria ‘anoressia sentimentale‘ ciò non corrisponde alla verità.
I maschi sono perfettamente in grado di provare sentimenti, il loro annaspare come un pesce schizzato fuori dall’ampolla ha origini molto più pratiche e banali.
Sindome di Peter Pan? Certamente.
Il non volere crescere è una caratteristica generale di tutti, uomini e donne, ma forse riconducibile in particolare ad una figura: il figlio maschio.
Perché andare via di casa quando la mamma offre tutto ciò di cui si ha bisogno? Camicie stirate alla perfezione, cena sempre pronta e sempre calda, comprensione, adulazione e addirittura venerazione?
Verrebbe da pensare che per la donna l’unico uomo perfetto sia il proprio figlio, e che per trovare l’uomo dei nostri sogni sia necessario metterlo al mondo.
Per molti uomini il calore e le attenzioni di una moglie non potranno mai equiparare quello di una madre, per cui, perché mai andarsene?
Per una mamma sarai sempre il più bello, il più bravo, il più affascinante: non importa che tu la faccia ancora sulla tavoletta, la mamma sarà sempre pronta a passare lo straccio e a dirti quanto sei meraviglioso con la cravatta.
Se è vero che le signore viziano oltremodo i figli maschi, è anche vero che noi donne siamo cambiate troppo e troppo in fretta: da impastatrici professioniste a donne in carriera senza 5 minuti per fare una frittata.
Molti uomini si lamentano proprio di questo, e cioè del fatto che alcune donne hanno il chiodo fisso del matrimonio ma una volta finita la festa e tagliata la torta, si comportano esattamente come prima: tornano dalla mamma alla prima difficoltà, trascurano la casa e ti fanno penare anche per un uovo sodo.
Senza considerare tutte quelle che si maritano per risolvere i propri problemi: una donna che si sposa può realizzarsi anche soltanto diventando moglie e madre, ma quanti uomini possono dire la stessa cosa?
Una donna che si impegna sentimentalmente risolve metà dei suoi problemi; un uomo, invece, finisce per raddoppiare quelli che ha già. Tradotto: ne deve valere davvero la pena.
E se i fiori d’arancio dovessero appassire? Beh, in quel caso il gentil sesso viene tutelato oltremodo dalla legge, mentre l’uomo inesorabilmente spolpato come un granchio.
Per farla breve: prima di firmare qualsiasi documento è preferibile che il portafoglio si consulti seriamente con i genitali.
Ma poi, perché impegnarsi, avere grane e limitazioni quando l’offerta di sesso è ai massimi storici?
Trovare qualcuno con cui passare la notte è facile come tagliarsi le unghie dei piedi, per cui: perché scegliere una triste vita monogama?
Siamo sempre noi donne a condurre il gioco e a mantenere il ritmo, anche nella storia dell’inaridimento del maschio: ci offriamo come la gomma da cancellare alle elementari, ma poi ci lamentiamo quando incappiamo in maschi ‘a progetto zero‘.
La verità è che forse l’uomo non è mai cambiato veramente nel corso della storia: a cambiare sono state le donne, mentre loro si sono semplicemente adattati.
Hanno voluto reprimere per secoli le libertà della femmina, fino ad essere schiacciati da un pesante cambio di ruoli.
Thomas Hobbes, uno dei più importanti filosofi e studiosi della mente umana, riconduceva tutto all’egocentrismo: l’essere umano ha a cuore unicamente la propria conservazione e i propri bisogni; la sua attenzione si mantiene viva solo laddove c’è interesse.
Il maschio si è adattato al mutamento sociale come le giraffe di Darwin, solo che anziché allungare il collo lo ha rimpicciolito. Per nascondersi da una femmina autoritaria e prentenziosa.
Molti uomini non si legano più per vocazione, per egoismo, per paura. La paura di una donna sempre più indipendente e spavalda sulla carta, ma pesante esattamente come prima sulle spalle.
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