La Nazionale ha giocato sabato, la Serie A ha dato appuntamento al 4 Aprile giorno prima di Pasqua. Sembra una giornata vuota per gli sportivi che dovranno accontentarsi della Serie B, e invece non è andata proprio così. Mentre Valentino Rossi saliva sul gradino più alto del podio in Quatar, e cantava l’inno di Mameli con accanto gli altri due italiani del team Ducati, Dovizioso e Iannone (Secondo e terzo posto), Vettel e la scuderia Ferrari festeggiavano in Malesia il ritorno alla vittoria della rossa di Maranello, dopo un’astinenza durata 676 giorni, quasi 2 anni. L’ultimo in ordine di tempo a tagliare per primo il traguardo con la rossa era stato Alonso in Spagna. Un’eternità per chi è nato già vincente, e abituato a vincere.
“Yeess, sì ragazzi…grazie mille ragazzi, grazie, grazie, grazie, forza Ferrari”, sono le parole di Vettel a fine gara al suo team. Parole urlate quasi con incredulità, una gioia indescrivibile nel suo italiano smorzato da quell’accento tedesco che tanto ricorda Schumacher. “Sei un grande!”, gli risponde il team principal del cavallino Maurizio Arrivabene. Per Vettel è la 40esima vittoria in carriera, ad una sola distanza dal raggiungere un mostro sacro come Senna, che supererà sicuramente, perché a soli 27 anni ha ancora tanto tempo davanti a se. E chissà che questo traguardo Vettel non lo tagli già nella prossima occasione in Cina il 12 aprile, perché si, questa vittoria ha ridato fiducia alla scuderia di Maranello, come non si vedeva da tempo, e con un pilota così ci si può di nuovo credere. Osare e sognare non è più così utopistico.
Vettel lo sa, come sa di avere addosso una grande responsabilità. Guidare una delle vetture che ha fatto la storia della Formula Uno, e riportarla alla vittoria dopo anni sottotono, quando anche la Force India riusciva ad oscurare la rossa. Non è un’impresa facile ma nemmeno impossibile. Gli stimoli ci sono eccome per uno come lui, cresciuto subito con tante aspettative sulle spalle, quando all’esordio in Formula Uno, chiamato a sostituire Kubica nel 2007, dopo il famoso incidente nel Gran Premio di Australia, ottenne negli Stati Uniti un ottavo posto, che gli consentì di essere il più giovane pilota ad aver conquistato punti iridati in Formula Uno. Record infranto da Kvyvat solo lo scorso anno in Australia.
Cresciuto con tante aspettative e soprattutto con un forte paragone continuo con Michael Schumacher, insomma non uno qualunque, che però invece che spaventarlo, come succede a tanti giovani, gli ha dato una carica in più, portandolo fin dove è arrivato. Da aggiungere però alle vittorie con la Red Bull mancava un ultimo tassello, quello di guidare un Ferrari e di vincere con una Ferrari. Vettel sa, che ogni grande pilota che si rispetti, deve aver vinto o guidato almeno una volta nella vita una rossa di Maranello. E così è stato, la decisione maturata già lo scorso anno. Adesso l’occasione di una vita, quella di tentare finalmente di superare e scrollarsi di dosso quel continuo paragone con il connazionale più vincente della storia della Formula Uno. Con la rossa è stato amore a prima vista, di quelli romantici e vecchio stile. Si diceva che erano fatti l’uno per l’altra, poi il corteggiamento, ora l’inizio di una nuova storia d’amore. E quelle lacrime sul podio hanno fatto emozionare milioni di italiani e tifosi della Ferrari di tutto il mondo. Lacrime genuine, da vero ferrarista, di uno consapevole di aver compiuto un’impresa, la prima che con il talento e il sacrificio, lo porterà verso un traguardo ancora più grande.
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