Andare ad un concerto, specie se dei propri artisti preferiti, è un’esperienza che non si dimentica; divertimento, carica, passione e tutti meritano di avere questa possibilità. Tutti meritano di poter ascoltare dal vivo le canzoni che fanno battere il cuore, con il cantante che tanto si ammira davanti ai propri occhi.
Troppo spesso però accade che per le persone diversamente abili andare a vedere uno spettacolo musicale dal vivo diventi una trafila infinita per poi sentirsi dire che i posti loro destinati sono già esauriti perché troppo pochi per soddisfare l’esigenze di tutti.
L’ultimo episodio di questo tipo si è verificato questa settimana in occasione del concerto dei Negramaro a Lecce. Da quanto veniva dichiarato all’inizio da Veronica Calamo, amministratore unico della cooperativa “L’Integrazione Onlus” che aveva cercato di prenotare dei biglietti per dei ragazzi della sua associazione, i posti disponibili per le persone disabili erano solamente quindici e quindi già tutti esauriti il giorno stesso del rilascio dei biglietti.
La questione però sembra essersi chiarita pochi giorni dopo; gli organizzatori dell’evento infatti sostengono che si sia trattato di un’incomprensione e che i posti dedicati siano cinquanta su una piattaforma di 180 metri quadrati.
Questa polemica però è solo l’ultima di una lunga serie; lo scorso anno infatti le stesse associazioni a tutela dei diversamente abili avevano denunciato il fatto che, in occasione del concerto a San Siro di Jovanotti, su ben dieci mila posti ne venissero dedicati solo trenta alle persone in carrozzina. Il fatto che siano gratuiti non interessa come ha giustamente spiegato Franco Bomprezzi, presidente della Ledha: “Non chiediamo più biglietti gratis ma libero accesso. Utilizzando lo spazio in maniera diversa si può garantire l’ingresso a più persone in carrozzina come per altri concerti in cui i posti sono più numerosi e come alle partite di calcio per le quali sono ancora di più”.
Infatti per gli eventi sportivi esiste la tribuna arancio che è accessibile alle persone in carrozzina e che ha più di trecento posti; peccato che gli organizzatori dei concerti siano soliti posizionare il palco a ridosso di questa zona che quindi diventa inutilizzabile.
Vedere un concerto dovrebbe essere un momento di svago e di divertimento per tutti; i diversamente abili invece per potervi partecipare devono seguire lunghe trafile burocratiche presentando documenti e facendo richieste speciali, spesso dovendo poi aspettare fino a ridosso dello spettacolo senza sapere se potranno effettivamente partecipare perché i posti dedicati sono insufficienti. Prendere il treno e la metropolitana da soli è un’utopia, andare ad un concerto una storia infinita. Ma allora dove sta la tanto dichiarata integrazione?
[Fonte Cover: www.dismappa.it]