La fame può attendere qualche istante, giusto il tempo di scattare una foto, modificarla con l’ultimo effetto di Instagram e postarla sui social. Poi un occhio per vedere quanti like abbiamo preso, se c’è qualche commento e nel frattempo ci gustiamo il nostro bel piatto.
Chi di noi non l’ha fatto almeno una volta? Non c’è da preoccuparsi, siamo in buona compagnia: le foto che ritraggono il cibo sono infatti in netto aumento e gli esperti non hanno dubbi: quella che era una semplice mania si è trasformata in una tendenza preoccupante, tanto da guadagnarsi l’etichetta di food porn.
Di cosa si tratta?
Niente a che vedere con la pornografia, è un’ossessione per il cibo che fa prevalere su tutto la voglia di condividere con la rete quel momento. Un cibo che appaga, soddisfa e viene immortalato nei suoi canoni estetici. Piatti elaborati, semplici spuntini non fa differenza per gli esperti, perché tutti, con uno smartphone alla mano, diventiamo fotografi. La sola vista fa salire l’appetito, e meglio ancora se si tratta di cibi calorici: dal dolce al salato, più fotografiamo, più guardiamo, più la voglia di mangiare è dietro l’angolo.
La regina del food porn da qualche anno è una giornalista e conduttrice tv, l’inglese Nigella Lawson che con una pagina Facebook molto seguita e trasmissioni in tema cucina ha fatto delle foto con il cibo un punto di forza. Tra sensualità e fascino il cibo ha assunto una fisionomia nuova, richiamando una sorta di identificazione psicologica con il piatto.
La mania del food porn dilaga a tal punto che a New York alcuni ristoranti hanno pensato bene di porre il divieto di scattare foto perché si rischia di disturbare gli altri ospiti, o di fare una pubblicità non positiva.
Gli studiosi americani definiscono il fenomeno come Cibo da mangiare con gli occhi e sono convinti che l’arte della fotografia culinaria non sia poi così positiva.
Complici le trasmissioni tv di cucina, l’impazzare sul web dei food blogger e la riabilitazione di una professione che prima era vista con diffidenza, il cibo è diventato tra i principali argomenti di conversazione, nonché hobby per molti che, tra competenza e non, si cimentano nel tempo libero ai fornelli. Finché è una passione sana nessun problema, ma attenzione a non far diventare gli scatti culinari una dipendenza perché il confine con la patologia è labile.

A confermarlo all’Adn Kronos è Anna Oliviero Ferraris, psicologa e dirigente della rivista degli psicologi italiani ‘Psicologia Contemporanea’.
“È sicuramente una patologia che stupisce. Questa mania, sempre più frequente, è senza dubbio giustificata dalle mode e dall’importanza che ha assunto il cibo, anche alla luce delle svariate trasmissioni culinarie che lo hanno reso una vera e propria tendenza” ha confermato l’esperta.
“Questa mania di vivere attraverso l’obiettivo – avverte la psicologa – potrebbe sfociare in un disturbo tutt’altro che sottovalutabile. La smania di focalizzarsi sul solo prodotto, invece di godere del momento, rischia di far perdere di significato tutto il resto, ciò che realmente è importante“.
E quello che è realmente importante possiamo perderlo di vista se anzichè guardare negli occhi la persona con cui condividiamo una cena, ci preoccupiamo di fare uno scatto e taggare il locale in cui ci troviamo. Ci sono momenti e momenti, e c’è un qui ed ora che, una condivisione in più, non ci ridarà.
[Credit Photo Cover: Afp photo/Ana Arevalo]