La questione dei matrimoni omosessuali è da anni al centro di accesi dibatti in molti paesi del globo. Le ultime novità riguardano il nord Europa: attraverso un referendum popolare l’Irlanda, ovvero una delle nazioni più cattoliche al mondo, è diventata il 14esimo Paese dell’Unione Europea a dire sì ai matrimoni tra omosessuali.
Una sfida per la Chiesa‘, così l’Osservatore Romano, il noto quotidiano della Santa Sede, ha titolato tempo fa dopo la vittoria del ‘sì’ nel referendum irlandese sulla legalizzazione delle unioni tra gay.
Nel mondo sono più di 20 gli Stati che riconoscono legalmente le nozze omosex, mentre in altri vengono riconosciute le semplici ‘unioni civili’. Tuttavia le lacune in materia sono ancora parecchie, dal momento che esistono realtà che fino ad oggi non hanno previsto alcun tipo di tutela per le coppie dello stesso sesso, ovvero: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania.
Questo crea notevoli problemi di ordine sociale, in quanto i cittadini vivono una condizione costante di emarginazione; senza considerare i disagi di ordine logistico, dal momento che in simili condizioni si ritiene necessario lo spostamento in altre nazioni per potere coronare un comune sogno d’amore. Esattamente come è previsto e concesso a tutti gli altri esseri umani. Ovviamente eterosessuali.
In questo processo di riconoscimento dei diritti l’Italia resta indietro di secoli: nel Belpaese infatti non sono riconosciute dalla legge né le nozze omosessuali né le coppie di fatto, altro tema caldissimo e oggetto da tempo immemore di scontri tra le diverse fazioni del potere politico.
Per poter celebrare le nozze tra due persone dello stesso sesso i documenti richiesti variano da paese a paese; in alcuni casi invece è addirittura necessario avere la residenza nel luogo in cui verrà celebrato il matrimonio (come accade in Spagna o nei Paesi Bassi). Uno dei posti in cui si può dare luogo alla unione matrimoniale senza particolari problemi è il Portogallo, che in tempi di ‘proibizionismo’ (e di crisi) ne ha fatto un vero e proprio business. Quattro giorni a Oporto costano 950 euro a persona, dunque 1.900 a coppia con volo andata e ritorno da Milano. Ovviamente ciò comprende albergo, prima colazione, documenti, traduttore e cerimonia di nozze.
Ma verrebbe da riflettere sul fatto che il matrimonio non è un semplice contratto: esso non è fatto solo di leggi e documenti, ma di elementi che si riferiscono alla sfera emotiva dell’essere umano. Si tratta di organizzazioni, ricevimenti e celebrazioni che rendono l’unione matrimoniale qualcosa di indimenticabile e profondo. Non solo un gelido adempimento burocratico. Ed è proprio questo uno dei motivi che spinge le masse a fare pressione a riguardo: la sordità di alcuni paesi annichilisce l’essenza dell’unione amorosa, imponendo ad essa una migrazione forzata in paradisi legali di ben più ampia apertura.
Ma per fortuna il mondo sta adeguandosi progressivamente a una realtà sempre più diffusa, come è accaduto di recente in America in seguito a una sentenza della corte suprema. La storica pronuncia ha increspato oltremodo il mare italiano, generando un movimento rivolto al riconoscimento dei diritti dei gay.
Ma siccome la strada è ancora lunga e lastricata di fiere dantesche come chiese e politica, le coppie stanno passando al contrattacco: sposarsi con tranquillità all’estero e svolgere i festeggiamenti in Italia.
Non solo italiani ma anche molti stranieri scelgono lo ‘stivale’ per festeggiare la legittima unione contratta nella propria patria. Le aziende specializzate si sono accorte anzitempo del fenomeno e stanno mettendo in piedi un business rivolto in tal senso: il prossimo ottobre alla fiera ‘Bologna si sposaverranno presentate offerte per soddisfare le esigenze della clientela omosessuale.
La cosa è stata presa sul serio al punto da allestire il ‘Gay Bride Expo‘, ovvero il primo salone italiano dedicato alle unioni tra persone dello stesso sesso. Il tutto organizzato a Bologna da Bussolaeventi, in collaborazione con BolognaFiere e con il patrocinio di Arcigay.
Il padriglione offrirà spazi espositivi dedicati alle aziende del settore che operano sul campo, ma saranno anche promossi incontri, seminari, mostre e interventi diretti di coppie dello stesso sesso già convolate a nozze.
La fiera dei matrimoni omosessuali volge il suo sguardo anche all’estero, avendo individuato una sempre più popolare abitudine di svolgere in Italia i festeggiamenti matrimoniali.
Il salone ha l’obiettivo di integrare e arricchire i servizi relativi al matrimonio, che in buona sostanza è esattamente lo stesso che viene celebrato tra uomo e donna. Con identiche richieste e bisogni.
Un area apposita sarà dedicata ad ospitare stand di natura commerciale in cui sarà possibile trovare soluzioni su misura per le coppie di gay e lesbiche che progettano il loro grande giorno.
I gay italiani non saranno dei comuni migranti, almeno non completamente. La possibilità di festeggiare il grande giorno in patria è già una grande conquista, visto lo stagno in cui galleggiano da anni le proposte politiche a favore di un riconoscimento delle unioni.
La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini ha dichiarato che ‘essere europei significa riconoscere i diritti‘, proprio come è accaduto in Irlanda. Inoltre si è detta propensa alle unioni civili, che rappresenterebbero già una grande conquista per la popolazione omosessuale, ben più folta di quanto si possa immaginare.
[ Fonte Cover: www.wikipedia.org ]