“Facciamo il primo passo insieme!” Lo slogan dell’Obesity Day già la dice lunga sulla situazione di emergenza che attraversa il Belpaese. Stile di vita sedentario e abitudini alimentari sbagliate portano sempre più persone, adulti ma soprattutto bambini, ad avvicinarsi al problema del sovrappeso e dell’obesità. Il 10 ottobre grazie a questa iniziativa promossa dall’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) sarà la giornata nazionale di sensibilizzazione nei confronti di queste importanti problematiche.
L’Italia è sempre stata conosciuta come il Paese del mangiar sano e del vivere bene. Dati alla mano, però, di tutto ciò non resta che un lontano ricordo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che nella maggior parte dei Paesi europei la diffusione dell’obesità ha registrato un aumento del 10-40% circa negli ultimi 10 anni. Solo in Italia, tra persone in sovrappeso e obesi si arriva a toccare quasi la metà della popolazione adulta.
Un dato ancora più allarmante, però, arriva dagli studio dei comportamenti dei bambini tra gli 8 e i 9 anni. Anche in questo caso, i numeri parlano chiaro e non lasciano presagire nulla di buono per il futuro del nostro Paese: il Ministero della Salute, con i dati raccolti grazie al progetto Okkio alla Salute su un campione di oltre quarantaseimila unità, ha rilevato che circa il 22% si è rivelato in sovrappeso e circa il 10% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud. Lo scorso febbraio, l’Eu Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 ha confermato, purtroppo, questa tendenza, annoverando i bambini italiani tristemente al primo posto nella speciale classifica dell’obesità redatta all’interno del vecchio continente.

I genitori occupano un ruolo importantissimo nella prevenzione di queste problematiche. Più della scuola. Sono loro, infatti, a indirizzare le attività extra scolastiche dei propri figli e sono proprio i comportamenti assunti nel tempo libero quelli che comprometterebbero la salute dei più piccoli, soprattutto se si trascorrono troppe ore di fronte a tv e dispositivi elettronici. I primi esempi devono essere proprio mamma e papà, perché i figli vedano in loro dei modelli di comportamenti salutari.
Il sovrappeso e ancora di più l’obesità sono ritenuti i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di diverse patologie croniche tra cui malattie cardiache e respiratorie, ipertensione, diabete, alcune forme di cancro e, non ultimo, il rischio di morte precoce che nelle persone che ne sono affette risulta più elevato del 30%. Sono considerati dannosi almeno quanto il fumo: ogni quindici chili di peso in eccesso si rischierebbe di perdere tra gli otto e i dieci anni di vita. Rappresentano, inoltre, uno dei problemi più comuni legati al moderno stile di vita e costituiscono un onere finanziario notevole e crescente per le risorse nazionali.
Nel corso dell’Obesity Day, in programma il 10 ottobre, saranno duecento i centri individuati lungo tutta la Penisola, dove il personale sanitario dei servizi di Dietetica delle Strutture Sanitarie Italiane sarà a disposizione del paziente per erogare gratuitamente interventi di informazione ed educazione su sovrappeso ed obesità.
La promozione di una dieta sana e di un maggior livello di attività fisica per il controllo del sovrappeso sono alla base di una possibile soluzione ma implicano la partecipazione attiva di diverse componenti: organi governativi, settore sanitario, industria alimentare, mass media e consumatori. Un sentimento di responsabilità condivisa che attraversi trasversalmente questi gruppi deve rappresentare la via principale.
Sensibilizzare l’opinione pubblica e spostare l’attenzione sull’obesità da problema estetico a problema di salute rappresentano di sicuro il primo passo. Il secondo toccherà a ognuno di noi.
[Cover source: health.india.com]